venerdì, Marzo 29, 2024

Tutti i computer da gaming presentati al CES 2017: il futuro è sempre più tamarro

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Un schermo curvo da 21 pollici, tracciamento della vita, due schede grafiche, doppio alimentatore... e 9000 dollari di costo. Assurdo.Sfoglia gallery9 immagini

Acer Predator 21 X Un schermo curvo da 21 pollici, tracciamento della vita, due schede grafiche, doppio alimentatore… e 9000 dollari di costo. Assurdo.

Acer Predator 21 X
Acer Predator 21 X Un schermo curvo da 21 pollici, tracciamento della vita, due schede grafiche, doppio alimentatore… e 9000 dollari di costo. Assurdo.Razer Project Valerie
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Las Vegas — Il Consumer Electronics Show è senza dubbio l’occasione migliore per tastare il polso della tecnologia in ogni settore, dalle auto all’Internet of Things, dai telefoni ai televisori, passando per spazzole intelligenti, robot che piegano le magliette, droni, realtà virtuale e periferiche di ogni tipo.

Tuttavia il settore dei computer per il gaming, sopratutto quello dei laptop, fa un po’ storia a sé. Di solito quando a una fiera di automobili mostrano vetture col design particolarmente assurdo, tamarro o esagerato restano concept, idee che difficilmente trovano la strada del mercato. Quando invece si parla di prodotti pensati per giocatori l’estetica alla Fast & Furious non solo è la norma, ma è quasi necessaria, le tendenze del 2017 parlano chiaro.

Secondo tutti i produttori di computer, l’acquirente medio di un portatile gaming è una persona che adora neon, forme esagerate, prese d’aria degne di una Formula 1 e così via.

La tastiera di un computer gaming (Foto: Maurizio Pesce / Wired)(Foto: Maurizio Pesce / Wired)

Se escludiamo alcuni modelli, che non sono comunque il top di gamma, sarebbe come dire che per comprare un’auto dalle prestazioni di fascia alta un utente fosse costretto per forza a scegliere tra auto dal design esagerato.

Il risultato è che il design di questo genere di prodotti è praticamente fermo da anni e ancora si usano moltissimo materiali di basso livello, come la plastica o schermi tutto sommato non entusiasmanti che cozzano terribilmente con dotazioni interne di altissimi livello. Tutto questo per un solo motivo: perché le tastiere al neon vendono di più.

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Un po’ è colpa dei produttori, che non hanno in questi anni mostrato particolare inventiva, preferendo curare più il design di altre fasce di prezzo, un po’ è anche legato alla psicologia degli acquirenti che se spendono 2000 euro per un portatile poi vogliono che questo investimento si trasformi in lucine colorate, design aggressivo e altri accorgimenti estetici ereditati direttamente dal tuning.

D’altronde, su questa voglia di apparire c’è chi ci ha costruito un impero. È il caso di Razer, che non si è mai limitata a creare prodotti tecnicamente buoni, ma anche esteticamente vistosi. Paradossalmente, Razer è anche l’unica a puntare su laptop potenti, ma dal design leggero… se escludiamo le tastiere con luci arcobaleno opzionali e il nuovo concept con tre schermi.

Per il resto, questo CES ci lascia con l’impressione che i laptop per il gaming stiano lentamente passando da stravaganza per conquistare le homepage a un settore vero e proprio. Sono sempre di i più produttori che cercano di entrarci — Samsung e Lenovo gli ultimi arrivati, proprio a Las Vegas — e si iniziano a vedere anche computer con fasce di prezzo quasi normali. Il problema è che manca la spinta a fare qualcosa che non sia derivativo e già visto anni e anni fa quando Alienware e Asus iniziarono a proporre i loro primi concept.

Forse fino ad oggi questa concezione è bastata, ma i gusti cambiano, i giocatori crescono, forse non sarà oggi né domani, ma arriverà il giorno in cui i consumatori preferiranno qualcosa di differente, meno urlato, ma non per questo meno potente. Forse la via per fare in modo che i videogiochi siano presi più seriamente passa anche da un pizzico di understatement nei prodotti che vi gravitano attorno.

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