giovedì, Aprile 18, 2024

Le 10 parodie fondamentali del cinema

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Delle parodie noi in Italia ne sappiamo sia molto che molto poco.
Siamo forse il paese il cui cinema ne ha prodotte di più, eppure non erano “vere parodie”. Da Totò Le Moko fino a Ultimo tango a Zagarolo, abbiamo parodiato tutto ma solo a parole. Vianello e Tognazzi, Franco e Ciccio e ovviamente Totò sono state teste d’ariete di un genere che per almeno 30 anni ha piegato i titoli dei film più che i contenuti.

Dall’altra parte dell’oceano invece la parodia negli anni ‘70 è cambiata molto, si è contaminata di surreale e metacinematografico ed ha preso di petto le regole dei generi. Dalla scorsa settimana, in sala c’è Lego Batman, l’ultima trasformazione del genere parodistico, una versione umoristica dei film di supereroi (e per essere precisi di quelli di Batman) che cita, deforma e si appoggia su quel che i molti altri film di supereroi stanno facendo in questi anni.

Nel cercare di mettere ordine nel mare magnum del genere per arrivare alle 10 parodie fondamentali del cinema, abbiamo cercato (per quanto possibile) di tenere ad uno massimo due i film per autore, ben consci che per alcuni dieci posizioni non sarebbero bastate ad esaurire la loro influenza.

10. L’esorciccio
Simbolo di un genere intero, benché sia uno dei suoi esempi più tardi, strani e inusuali (addirittura manca Franco Franchi appartenendo al periodo in cui si era separato da Ingrassia). Memorabile molto più per il titolo che per il contenuto, girato in quella che sembra una domenica di vacanza per tutti alle porte di Roma, è un film pessimo che lo stesso sì è fatto bandiera di tutto un modo di produrre cinema comico a bassissimo costo in Italia, l’attività che per quasi 30 anni ha tenuto Franco e Ciccio in cima al botteghino con costanza incredibile.

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9. Galaxy Quest
L’inevitabile parodia di un genere attento ai dettagli, colmo di variazioni, peculiarietà e talmente serioso da essere inevitabilmente divertente se preso in giro, è arrivata al suo culmine solo in anni recenti. Galaxy Quest farcisce un po’ tutta la fantascienza nerd, tenendo in testa Star Trek, con un gusto e una conoscenza del genere che sono ammirabili.
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8. L’aereo più pazzo del mondo
La serie che ha rivelato il genio della ZAZ e contribuito a rivedere da capo Leslie Nielsen (attore molto serio approdato al comico solo a fine carriera). Zucker, Abrahamas e Zucker esordiscono qui rilanciando il genere demenziale grazie ad un’innovativa cretineria e geniali trovate. Ad oggi è uno dei caposaldi del genere e per molti il film più divertente mai visto.
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7. Austin Powers
Figlio delle parodie classiche, ma anche dell’umorismo promosso da MTV e dal Saturday Night Live, Mike Meyers è stata la cosa migliore capitata alla parodia negli anni ‘90. Il suo Austin Powers parodia lo spy movie in stile James Bond senza appoggiarsi a nulla. Conscio dell’esistenza di Mel Brooks ma capace di creare tutte gag originali e mai viste prima, la sua è stata una meteora imperdibile che nessuno ha saputo replicare, nemmeno lui stesso.
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6. L’alba dei morti dementi
Mal titolato in italiano dall’originale Shaun Of The Dead, è stata la più importante rivoluzione moderna del genere. Allontanata dal demenziale, la parodia dagli anni 2000 diventa sinonimo di adesione non presa in giro delle regole. Quello di Edgar Wright era un film che pienamente rispettava ogni caposaldo dello zombie movie ma infilava tantissima comicità in una trama che poteva anche essere raccontata seriamente. Non era la ridicolizzazione di una categoria di film ma la sua versione comica.
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5. I Soliti Ignoti
In anni in cui in Italia la parodia di ogni cosa va benissimo al botteghino il regista di commedia Mario Monicelli decide, con il suo animo bellicoso, di girare una parodia di Rififi e dei film di rapina francesi. Non vuole fare una dichiarazione d’amore del genere, ma una messa in ridicolo delle implausibilità e del concetto così serioso di eroismo di cui erano contaminati. Quei film sono scemi e lo dimostrerò facendo uno più reale di loro e inevitabilmente più comico. Ne esce il più grande film della commedia all’italiana, in cui il classico colpo non è messo a segno da implacabili professionisti ma da persone così ordinarie da essere incompetenti e perdersi per un piatto di pasta e ceci.
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4. This is Spinal Tap
Primo documentario che in realtà è una parodia di un genere e di una categoria umana. Prendendo spunto dai documentari che raccontano la grande storia dei gruppi rock, questo mockumentary racconta gli inesistenti Spinal Tap, gruppo di idioti che si fanno strada assecondando i peggiori clichè di qualsiasi genere musicale vada di moda.
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3. Balle Spaziali
Perfetto esempio di cosa sia una parodia per l’artista più importante del genere, Mel Brooks. Si parte da un film e lo si prende in giro facendovi confluire dentro tre cose: i film di genere simile, tutto ciò che non gli appartiene (come il tempo presente o un’altra ambientazione o un altro film), il metacinema (cioè il fatto che i personaggi siano consci di essere in un film).
Come già in Mezzogiorno e mezzo di fuoco Mel Brooks è all’apice della creatività e riesce a mostrare il marketing di Guerre Stellari, il razzismo delle specie aliene, il maschilismo e la sessualità legata a molti dei suoi simboli in un continuo di gag dal tempo perfetto.
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2. Una Pallottola Spuntata
Punta più alta in assoluto per la ZAZ. Nata come una serie tv che prende in giro i polizieschi televisivi e poi tracimata al cinema in tre meravigliosi film, questa serie ha reso famoso (davvero) Leslie Nielsen e cambiato molto della maniera in cui si fa comicità al cinema e in televisione. Il poliziesco e il noir con voce fuoricampo non sono potuti più essere gli stessi, i giochi di parole e la figura del poliziotto integerrimo e di ferro, come negli anni ‘70 era stato Clint Eastwood, nemmeno potevano più essere messi in scena senza far ridere.
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1. Frankenstein Junior
Di tutto il cinema di Mel Brooks questo è forse il film meno rappresentativo e più strano, eppure anche il più amato e noto. L’horror gotico e le sue atmosfere sono lo spunto per l’avventura di uno scienziato che in realtà è quasi sempre spalla. Gene Wilder si sacrifica magnificamente e regge il gioco a Marty Feldman e tutti quelli che sono in scena con lui, contribuendo e rimbalzando gag diventate memorabili.
Il film è anche forse uno degli adattamenti italiani più celebrati e amati di sempre.
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