giovedì, Marzo 28, 2024

The Legend of Zelda, 5 motivi per volere una nuova serie animata

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Molti fan della saga di The Legend of Zelda in questi giorni stanno gioendo: con il rilascio della Nintendo Switch, infatti, la casa giapponese ha pubblicato anche un nuovo capitolo delle avventure ambientate a Hyrule, da titolo Breath of the Wild. A partire dall’anno di nascita, il 1986, il mondo di Zelda è stato declinato in 18 titoli videoludici, numerosi spin-off, un adattamento manga, un Monopoli dedicato e perfino concerti live della sua colonna sonora. Ma anche una serie animata, che i fan non ricordano però con grande piacere.

Come ricorda Collider, il cartone di The Legend of Zelda (in italiano arrivato col titolo Un regno incantato per Zelda) è andato in onda per soli 13 episodi nell’autunno 1989, in concomitanza con un altro adattamento animato basato sui videogiochi Nintendo, quello di Super Mario Bros. Il risultato, banalizzato e sbiadito rispetto alla forza di coinvolgimento delle storie di partenza, ha scoraggiato qualsiasi altro tentativo di produzioni extra-console.

Ma a distanza di trent’anni e in concomitanza con un ennesimo capitolo osannato dalla critica, siamo ancora convinti che una serie animata su Zelda sarebbe da mettere subito in produzione. Ecco perché.

1. Si ha a disposizione una mitologia vera e propriathe-legend-of-zelda-mitologia

Quello che vi dirà qualsiasi giocatore appassionato di The Legend of Zelda è che non si tratta di un semplice videogioco: quello di Hyrule è un mondo vero e proprio. Anzi, è un universo basato su una mitologia, che spiega come tutto è stato creato e perché tutto accade.

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Ci troviamo di fronte, dunque, a un materiale narrativo immenso e su cui si sono spesi già litri e litri di inchiostro. Gli autori di un eventuale cartone animato avrebbero il lavoro molto facilitato, con la possibilità di incantare anche chi non ha una console in casa con storie variegate e intriganti.

2. Si possono affrontare diverse timelineThe-Legend-Of-Zelda-Anniversary

I fan di Zelda sanno bene che, dopo i primi capitoli dei videogiochi, le vicende incentrate sull’eroe Link, impegnato nella sua battaglia contro il cattivo Ganon e sostenuto dalla principessa Zelda, prendono una piega molto inaspettata. Anzi, più pieghe inaspettate.

Infatti al termine di Ocarina of Time, uno dei titoli più osannati della saga, si aprono tre possibilità temporali: in una timeline Link è sconfitto e la magica Triforza cade nelle mani del nemico; in un’altra Link è vittorioso ma viaggia indietro nel tempo tornando bambino e avvisando Zelda delle intenzioni di Ganon; infine, in una terza dimensione il malvagio stregone è sì sconfitto, ma Hyrule è sommersa dalle acque. Anche qui tante possibilità narrative, quindi, con l’opzione di poter inserire nella sceneggiatura anche elementi come il multiverso o le dimensioni parallele, tanto di moda nelle serie fantasy di oggi.

3. C’è stato interesse anche per versioni live-actionzelda-breath-of-the-wild-screenshot

Nel febbraio 2015 il Wall Street Journal riportò la notizia secondo cui Netflix sarebbe stata interessata a un adattamento live-action del videogioco Nintendo. L’intenzione della piattaforma, mai poi concretizzatasi, sarebbe stata quella di creare una specie di Game of Thrones dai toni più leggeri e più adatta a un pubblico giovane.

L’universo di Zelda sarebbe in effetti perfetto per un adattamento televisivo, soprattutto in un’epoca in cui vanno forte le ambientazioni fra il mistico e il medievaleggiante (vedi anche The Shannara Chronicles di Mtv). Eppure del progetto non si è fatto più nulla, probabilmente anche per motivi di budget. Che potrebbero essere aggirati con l’animazione, no?

4. C’è già una fanbase molto appassionatazelda-cosplay

Con più di 60 milioni di copie vendute per tutta la saga complessiva, The Legend of Zelda è una delle franchise videoludiche non solo più premiate dalla critica (Ocarina of Time, per esempio, è finito nel Guinness dei primati come videogioco meglio valutato del mondo) ma anche più apprezzate dal pubblico, una fanbase consolidata e appassionata.

Sul web si trovano centinaia di siti e forum che discutono le avventure di Hyrule, non c’è comicon che non veda anche cosplayer basati su questi personaggi per non parlare degli accesi dibattiti online sul fatto che questa fanbase sia una delle migliori o delle peggiori di tutti i videogiochi. Senza contare i nuovi adepti che si potrebbero intercettare, dunque, una possibile serie animata godrebbe già di una consistente fetta di pubblico.

5. Difficile fare di peggio

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La serie animata del 1989 è stata davvero un affronto per coloro che ritengono The Legend of Zelda un gioiello di immaginazione e fantasia narrativa. In quei tredici episodi, infatti, l’epica del videogioco veniva ridotta a una semplice opposizione bene-male con la reiterazione costante degli stessi elementi. In ogni episodio il cattivo Ganon sguinzagliava i suoi scagnozzi contro Link, che regolarmente li sconfiggeva; e sempre in ogni episodio l’eroe cercava di farsi ricompensare con un bacio dalla principessa Zelda, ma i due venivano sempre interrotti nel momento clou.

C’è da dire che all’epoca, con solo due videogiochi della serie usciti, era difficile immaginare quanto complessa e anche rispettata sarebbe divenuta la saga di Zelda. Inoltre non c’era molto spazio per serie animate che non fossero concilianti e rassicuranti per un pubblico giovane. Ora i tempi sono mutati e c’è spazio per esperimenti di animazione più maturi (ad esempio la stessa Netflix con Trollhunters di Guillermo del Toro). I presupposti per dare una nuova serie animata a The Legend of Zelda ci sono tutti, quindi. Non ci resta che sperare e affidarci alla Triforza.

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