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Sotto Natale quasi ogni anno si svolge una speciale e ‘strana’ sfida editoriale tutta italiana. In gara ci sono Il Morandini, Il Mereghetti e Il Farinotti, ossia i principali dizionari di cinema. Il primo, edito da Zanichelli, è in ordine di tempo il più tempestivo a conquistare gli spazi delle librerie in quanto esce tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre in molteplici formati: il volume unico a € 32,90; la versione plus comprensiva di volume, DVD, download per Windows e Mac senza scadenza, app per iOS e Android senza scadenza, 365 giorni di consultazione online, con aggiornamenti rilasciati nell’anno a € 40,30; il Dizionario ebook no-limit con download senza scadenza e consultazione online 365 giorni a € 16,30; Dizionario ebook 365 con download 365 giorni e consultazione online 365 giorni a € 9,80.
Il dizionario è curato dal compianto Morando e dalle figlie Laura e Luisa e riporta il titolo più completo e articolato tra i tre: Dizionario dei film e delle serie televisive. E’ infatti dall’edizione del 2014 che nel volume trova spazio la serialità. Non a caso, infatti, quell’anno sulla copertina apparve il volto pensieroso di Luca Zingaretti nei panni del Commissario Montalbano, la migliore serie tv prodotta in Italia secondo il giudizio dei Morandini. Nel 2015 a conquistare la copertina è stata Alba Rohrwacher e le attrici de Le meraviglie, film diretto dalla sorella Alice che quell’anno vinse il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes. Per l’edizione 2016 i due protagonisti di Youth – La giovinezza di Paolo Sorrentino, interpretati da Michael Caine e Harvey Keitel, scrutavano cosa sarebbe stato il cinema italiano dopo la consacrazione dell’Oscar de La grande bellezza. A rispondere al quesito quest’anno ci pensano Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi nei panni delle due svitate eroine de La pazza gioia di Paolo Virzì che sfrecciano per la strada preoccupate ed esaltate a bordo di una fiammante Lancia.
Prima di passare al dettaglio del dizionario è bene ricordare chi partecipa al progetto. I Morandini si avvalgono della collaborazione di Pietro Bassi, Letizia Bellocchio, Antonello Catacchio, Silvio Danese, Maria Descovich Colussi, Ilaria Falcone, Tiberio Fusco, Stefano Guerini Rocco, Sandro Mogni, Matteo Morace, Federica Talone, Saverio Mauro Tassi. La sezione Cortometraggi è affidata a Luisa Morandini e Matteo Vergani, mentre quella Serie Tv è a cura della stessa Luisa insieme a Giuliana Molteni e Marianna Felicioli.
Dopodiché il dizionario prende vita. Come riportato nella quarta di copertina, il Morandini comprende 16.500 film usciti sul mercato italiano dal 1902 al 2016, una scelta di circa 700 serie televisive e 650 cortometraggi. Nella versione digitale trovano posto altri 10.500 film, 700 immagini di scena o locandine. I lungometraggi sono catalogati sotto ‘film’ e compresi tra A.A.A. Achille di Giovanni Albanese e Zvenigora del 1928, prodotto in URSS, diretto da Aleksandr P. Dovzenko. In mezzo c’è bene o male tutta la storia del cinema, presente e passata. Le schede sono compilate in linea generale con l’indicazione della trama, il giudizio dei redattori e qualche curiosità, come il dettaglio dei premi vinti nei festival. Questa struttura non è, però, fissa. Gomorra di Matteo Garrone, ad esempio, è analizzato con citazioni e dati sul potere della mafia italiana mostrati alla fine del film, mentre 2001: Odissea adesso spazio di Stanley Kubrick (catalogato sotto la D dopo 2046 di Wong Kar Wai e 2022: i sopravvissuti di Richard Fleischer) riporta più un giudizio: “Continua a essere il film di SK più inquietante, adulto, stimolante e controverso che sia mai stato fatto, senza contare il suo fascino plastico-figurativo e sonoro-musicale”.
La prima riguarda la selezione dei film. La proposta, infatti, appare limitata se si considera quelli usciti in sala in Italia in una contemporaneità in cui i servizi di streaming e gli Online Video Distributors (OVD), quali Netflix, Amazon Video, Hulu, Now Tv, offrono una libreria digitale ricca e molto più ampia delle programmazioni in sala. Per citare un esempio, nel Dizionario non c’è presenza dei film di Lav Diaz, Wang Bing, Pedro Costa, Kelly Reichardt o Sion Sono, registi importanti i cui film incontrano sicuramente la curiosità di molti, oltre che essere transitati nei maggiori festival internazionali e a volte anche in home video. I criteri di selezione, inoltre, rendono incompleti i profili di alcuni registi. Ad esempio nel dizionario è presente la scheda di Anomalisa di Charlie Kaufman e Duke Johnson, ma del film più famoso del primo, Synecdoche, New York, nessuna traccia nonostante sia uscito al cinema, o come nel caso di Jaco Van Dormael di cui sono catalogati alcuni titoli, ma non Mr. Nobody, una delle sue pellicole di maggior successo.
Allo stesso modo i criteri di selezione dei cortometraggi lasciano qualche dubbio. La scelta è basata, come riportato, sui corti che abbiano avuto segnalazioni nei festival specifici. In questo modo il corto San Siro di Yuri Ancarani, presentato al MAXXI di Roma, passato per l’IFFR di Rotterdam, sicuramente una delle migliori espressioni di cortometraggio prodotto e diretto in Italia, non trova spazio nella sezione. La parte dedicata alle serie, dal canto suo, è lacunosa perché non tiene conto di tanta serialità proposta in streaming in Italia. Nello specifico è stata redatta la scheda dell’edizione americana di The Bridge con Diane Kruger e Demian Bichir del 2013, ma non è catalogata l’originale svedese Bron/Broen che ampio successo ha riscosso fuori dai confini nordici. Ultima riflessione riguarda l’appendice riguardante la Mostra del Cinema. Non è motivato il perché siano proposte le schede dei film di questo festival e perché lo stesso trattamento non è stato riservato ai film presentati a Cannes e alla Berlinale o Locarno. Che motivo c’è di proporre una raccolta parziale di sinossi e giudizi di un solo grande festival?
Come sottolineato nella presentazione, la passione e la voglia di condivisione sono motori eccellenti per redarre un dizionario di cinema. Forse, però, servirebbe una revisione dei criteri e un aggiornamento della proposta considerando che il pubblico con i propri smartphone e tablet riesce in pochi secondi a rintracciare su IMDB.com o Wikipedia la sinossi e qualche giudizio critico sui film, piuttosto che prendere in mano un affascinante testo che spesso, però, può non soddisfare la richiesta.