Questo articolo è stato pubblicato da questo sito


(foto: Getty Images)
Cambiano i brevetti in Europa, la direzione è quella della disciplina unitaria. Un brevetto solo per tutelare la propria idea, un progetto, un’invenzione nei 26 Paesi comunitari (di fatto tutti tranne la Spagna) che hanno aderito all’accordo di cooperazione.
Come funziona la vecchia procedura? Se io intendo depositare un brevetto nel Vecchio continente, devo procedere Paese per Paese. Prima si ottiene la convalida parte dell’European patent office (Epo), l’ufficio brevetti comunitario, poi si passa all’applicazione delle nazioni selezionate. Una pratica per la Francia, ad esempio, una per la Germania, una per la Spagna. E ciascuna scritta nella lingua locale e soggetta alla leggi dello specifico Stato a cui fa riferimento. Perciò non è improbabile che il mio brevetto europeo, riconosciuto in Francia, sia impugnato in un tribunale spagnolo o in un tedesco. Con sentenze diverse, se non addirittura opposte. Un pasticcio, per un mercato che si presenta come unico.
La Commissione europea aveva calcolato che le imprese del Vecchio continente spendono dai 180 milioni di euro ai 250 milioni per difendere le proprie idee nei diversi Paesi, un conto che somma spese legali, traduzioni, burocrazia.
E dal 2000 Bruxelles discute di unificare la procedura.
Per questo da qualche anno si lavora al brevetto unitario. Se io voglio difendere la mia idea nei 26 Paesi che cooperano, posso depositare una sola pratica e questa automaticamente mi tutelerà in tutti gli Stati, facendo riferimento a regole comuni.
Leggi anche
Altrimenti, se ritengo che a me interessa solo qualche Paese, posso affidarmi alla procedura precedente. Sul fronte delle lingue, il brevetto unitario riduce a tre quelle ammesse: inglese, francese e tedesco.
Chi ha già un brevetto depositato alla vecchia maniera, ha due opzioni: o passa alla versione unitaria oppure esercita, dichiarandolo, l’opt out, ossia chiede di tornare al regime precedente perché interessato solo ad alcuni Paesi.
Per una piccola e media impresa, il brevetto unitario garantisce un risparmio consistente sui costi. Secondo calcoli del ministero dello Sviluppo economico su tabelle Epo, un brevetto europeo tradizionale di durata ventennale per l’area a 26 costa circa 180mila euro l’anno, contro i 35.500 dell’unitario.
E quando tocca difendere un brevetto unitario per vie legali, a chi ci si rivolge? La parola passa al Tribunale unificato dei brevetti (Tub), una corte sovranazionale che avrà competenza sulle violazioni e sulle validità dei brevetti europei e di quelli unitari.
Avrà una corte di prima istanza, con uffici a Parigi, Londra e Monaco, una di appello in Lussemburgo, sedi locali (per l’Italia, presso il tribunale di Milano) e un registro. Il tribunale, tuttavia, si fonda su un’infrastruttura digitale. Il case management system, un portale dove si caricano memorie, testimonianze, atti e si comunica con gli staff del Tribunale unificato. Il sito funziona per pagine che accompagnano passo da passo l’utente (il titolare del brevetto o il suo rappresentante) nelle procedure da svolgere per fare ricorso davanti al Tub.
L’unica parte ancora analogica sarà la notifica della citazione davanti al Tub. Una raccomandata vecchia maniera, per intenderci, con le carte delle contestazioni, che poi dovranno essere caricate sul sito. E se una prova sarà materiale (un motore, ad esempio, in una causa tra aziende automobilistiche), anche questa andrà prodotta fisicamente in tribunale.
Il sistema informatico è ormai pronto, manca lo sblocco dell’accordo con l’ok della Gran Bretagna, in bilico per via della Brexit. La partenza del Ttribunale unificato dei brevetti è prevista per la metà del prossimo anno.
Vuoi ricevere aggiornamenti su questo argomento?