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Per il ritorno in tv, dopo 12 anni dall’ultima puntata di Sex and The City, la Parker ha scelto di ricoprire il ruolo di Frances, la tipica signora borghese della provincia americana, alle prese con il marito, 2 figli adolescenti e i quotidiani problemi domestici. Ciò che accade nella tranquilla e monotona vita di Frances è riassunto nel titolo della nuova serie prodotta dalla Hbo, che la vede protagonista (da questa sera in onda alle 22.15 su Sky Atlantic): Divorce, ovvero il divorzio, dopo 10 anni di matrimonio, dal marito Robert (Thomas Haden Church).
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Tutta la narrazione è a cavallo tra il dramma e la commedia: Sharon Horgan, sceneggiatrice della serie, è riuscita a bilanciare in maniera ottimale i due elementi, facendo venir fuori un prodotto in grado di far sorridere lo spettatore ma senza una completa sensazione di spensieratezza. Si ride del dramma e nel dramma. Gli episodi risultano brillanti e piacevoli, merito soprattutto dei dialoghi che sembrano ricordare quelli di Woody Allen in Mariti e mogli.
A far da cornice alle vicende e vicissitudini della coppia, le amiche di Frances: la saggia Dallas (Talia Balsam), vedova e divorziata, e l’imprevedibile Diane (Molly Shannon), folle ed egocentrica a tal punto da riuscire a declinare tutto ciò che accade agli altri come una propria tragedia personale.
La grave pecca di questa serie, però sono i fin troppo utilizzati luoghi comuni, a partire da come viene mostrata Frances, una donna che non è in grado di vivere senza un uomo accanto, essendo disposta a tornare dal marito non appena l’amante non si dimostra contento che lei abbia lasciato il coniuge.
Se in Sex and The City le donne erano il sesso forte, o almeno così volevano sembrare, in Divorce le donne sono vittime in primo luogo di loro stesse e della propria incapacità di essere autonome: Frances da anni sogna di aprire una galleria d’arte, ma ha sempre accantonato e continua ad accantonare il suo desiderio per portare avanti, invece, il progetto del marito.
La stessa Diane, esasperata così tanto dal proprio matrimonio da arrivare a puntare una pistola contro il marito, non appena la dolce metà finisce in ospedale in fin di vita accorre disperata al suo capezzale, mostrando la classica “sindrome da infermierina“.
Una serie tv piacevole e ben scritta che, purtroppo, continua ad alimentare stereotipi di genere su cui si può anche ridere, ma che al termine degli episodi lasciano l’amaro in bocca.
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