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Pino e Rossella Farinotti non badano a mezze misure. Il titolo del loro dizionario edito da Newton Compton Editori (disponibile nell’edizione cartacea a 14,90 €) non lascia spazio a fraintendimenti: Il Farinotti 2017 è il dizionario di tutti i film. Redatto in collaborazione con MyMovies.it, si presenta al pubblico, nella encomiabile battaglia con il Morandini e il Mereghetti, in un solo volume di 2.700 pagine circa, riportando in copertina lo sguardo penetrante sul volto di Tom Hanks, protagonista de Il ponte delle spie di Steven Spielberg. La quarta di copertina esplicita meglio la missione editoriale del volume, affermando che si tratta di un dizionario in cui è schedato e recensito tutto il cinema dagli inizi ai giorni nostri, dai cine-panettoni ai film d’autore, dalle pellicole consacrate con un premio prestigioso, Oscar, Leone d’oro, Palma d’oro, Orso d’oro, fino alle chicche passate nei cinema d’essai. Farinotti, infatti, si legge “ha voluto mettere a disposizione una messe sconfinata di informazioni e sempre da una prospettiva che condividesse gli entusiasmi e le passioni del grande pubblico, al riparo dagli estremi della critica“.
L’ultima parte del Farinotti 2017 è dedicata alle Appendici. In questa sezione sono stati inseriti le liste dei premi e dei film più amati e l’indice dei titoli originali. La parte dei premi riporta la segnalazione delle vittorie ai maggiori eventi internazionali. Si comincia con l’Academy Awards dal 1927 al 2016. Per ogni edizione è riportato il titolo in italiano del miglior film, miglior regista, miglior attore maschile, miglior attrice femminile e miglior film straniero. Poi i premi alla Mostra di Venezia dal 1932 al 2016. Qui la completezza delle informazioni sui vincitori è a volte altalenante. Se l’indicazione del Leone d’Oro, del Miglior Attore o Attrice è costante, per alcuni anni non è riportata la vittoria del Leone d’argento alla migliore regia e in quasi tutti non è segnalata la vittoria del Gran Premio della Giuria, Premio Speciale della Giuria, Oselle, Premio Mastroianni al miglior attore emergente. Allo stesso modo sono indicati i vincitori del Festival di Cannes, di quello di Berlino, dei David di Donatello, mentre i premi vinti ai Golden Globes sono classificati alla stessa maniera degli Oscar, escludendo così alcune delle molte categorie del premio. I film più amati sono quelli che hanno ottenuto da 3 a 5 stelle, raggruppati in ordine cronologico, secondo i seguenti criteri: film con alto gradimento di pubblico, cinque stelle, miglior film in una manifestazione internazionale; film con altro gradimento di pubblico e critica, cinque stelle; film con alto gradimento di pubblico e critica, quattro stelle, miglior film in una manifestazione internazionale; film con alto gradimento di pubblico e critica, quattro stelle; film con alto gradimento di pubblico e critica, tre stelle, miglior film in una manifestazione internazionale; film con alto gradimento di pubblico e critica, tre stelle; film con cinque stelle, miglior film in una manifestazione internazionale; film con cinque stelle; film con quattro stelle, miglior film in una manifestazione internazionale; film con quattro stelle. A chiudere il dizionario l’indice dei titoli originali di cui è riportato il titolo in italiano. A pagina 2.750 si conclude il Farinotti 2017.
Il dizionario di Pino e Rossella Farinotti appare quindi non del tutto completo e soddisfacente. L’affermazione per cui il loro è il dizionario di tutti i film non trova nella sua organizzazione una giusta motivazione, né tanto meno può essere utilizzato come criterio di selezione. Nell’introduzione Farinotti scrive che in questa edizione sono stati aggiunti 520 film, ma quali sono, di quali registi, appartenenti a quali epoche del cinema e secondo quali criteri sono stati inseriti? E’ vero che il Farinotti 2017 è ricco di schede. Di alcune, però, è indicata solo una breve sinossi e non un giudizio, un elemento che può attirare la curiosità del lettore. Sarebbe stato, forse, meglio fornire una chiave di lettura o uno spunto di analisi ai film, piuttosto che catalogarli per titolo originale, magari segnalando anche il numero di pagina per assolvere alla funzione di indice, o classificarli per innumerevoli criteri di giudizi, stelle e quant’altro e soddisfare un desiderio ridondante di ricordare il cinema. Le appendici, appunto, appaiono non in grado di soddisfare la curiosità di chi legge, innanzitutto perché non è evidenziato il motivo per cui l’Academy, la Mostra del Cinema, il Festival di Cannes, quello di Berlino, i David di Donatello e i Golden Globes sono da considerarsi i premi più importanti a livello internazionale, e perché sono esclusi da questa selezione il Festival di Locarno o il Sundace Film Festival che da anni propongono dell’ottimo cinema distribuito spesso in sala. Se poi, inoltre, non sono riportati i vincitori di tutte le categorie, l’attenzione del lettore rimane in sospeso, senza considerare che gli stessi premiati a volte non trovano spazio nel dizionario. L’ultimo elemento, infine, che mette un po’ in confusione il lettore è la modalità di catalogazione delle schede. Se lo schema riassuntivo all’inizio può sembrare efficace, è privo di una spiegazione su come è da intendersi ad esempio il numero come prima parola del titolo di un film o il valore dell’articolo. Allo stesso tempo manca un chiaro commento ai criteri di catalogazione che può fugare tutti i dubbi del lettore.
In conclusione il Farinotti 2017 è un dizionario che poco assolve a questa funzione, per lo scarso approfondimento che dovrebbe governare un dizionario in generale.