martedì, Marzo 19, 2024

I 10 migliori spin-off del cinema

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Come per tutto anche gli spin-off non sono un’invenzione dell’era moderna, esistono da quando esiste il cinema, o meglio da quando esistono i racconti. Se un personaggio ha successo, lo si sfrutta dedicandogli un’avventura in proprio. Cosa che in alcuni casi ha portato a esiti molto migliori delle premesse.

Questa settimana è uscito anche in Italia il primo spin-off per il cinema della saga di Guerre Stellari: Rogue One: A Star Wars Story. La storia è quella di come la resistenza all’Impero si sia impossessata dei piani della Morte Nera, quelli che in Episodio IV (il primo film della saga a essere uscito al cinema) sono stati inseriti dalla principessa Leia in R2-D2 e spediti a Obi Wan Kenobi (ma intercettati fortunosamente da Luke Skywalker). Gli stessi insomma che alla fine del film servono a Luke e agli altri piloti per capire dove si trovi quell’unico punto colpendo il quale è possibile distruggere il pianeta artificiale.

Considerato che sono in arrivo Going Places (lo spin-off su Jesus di Il Grande Lebowski) e quello sul Batman di Lego The Movie (oltre a Animali fantastici e dove trovarli che è già in sala) ci pareva il momento giusto di mettere in fila i migliori spin-off della storia del cinema.

10. Un’impresa da Dio
Prima di 40 anni vergine e prima della versione americana di The Office, Steve Carrel si era fatto notare al fianco di Jim Carrey, molto defilato, in Una Settimana da Dio. Aveva un personaggio odioso con un’unica scena comica: fare le boccacce comandato dal perfido protagonista.

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Con quell’unica scena Carrel aveva attirato l’attenzione di tutti e quell’unica scena (4 anni e molti altri successi dopo) gli ha fruttato uno spin-off non eccezionale sul suo personaggio di Una Settimana da Dio che assume i “poteri” di Mosè.
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9. Minions
Una volta la parola “minion” stava ad indicare i lacchè del villain, i suoi servi sciocchi che non hanno volontà ma fanno lavori bassissimi per un cattivo da fumetto. Dopo Cattivissimo Me, che ha eletto il termine a nome dei suoi esserini gialli creati proprio per fare quello, Minions vuol dire una cosa sola. Talmente tanto che dopo due film al servizio di un altro protagonista si sono guadagnati il loro spin-off milionario e bruttissimo.
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8. Us Marshalls
Il successo di Il fuggitivo ha portato qualcuno a pensare che potesse avere un senso uno spin-off tutto sull’agente integerrimo ma onesto di Tommy Lee Jones. Stavolta assieme ad un team deve rintracciare un altro accusato di omicidio (doppio) che è Wesley Snipes. Il film non è nemmeno male ma il legame con l’opera madre è praticamente inesistente e giustamente poco noto.
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7. Il Re Scorpione
La carriera nel cinema di Dwayne Johnson, all’epoca ancora solo The Rock (come veniva chiamata nel wrestling), nasce tutta qui, dalla sua partecipazione come villain nel film La Mummia. Talmente potente era la sua presenza che non poteva passare inosservata, e il successo suo personale ha sfociato in un film tutto dedicato alle origini di quel cattivo.
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6. Creed
È arrivato quest’anno il primo spin-off mai fuoriuscito dalla saga di Rocky, il primo film con Stallone come spalla e non come protagonista. È centrato sul figlio del defunto Apollo Creed, ricalca molto la struttura (di ferro) degli altri capitoli della serie ma non riesce mai ad incrociare quel desiderio di rivalsa in grado di abbattere i limiti umani che caratterizza Rocky. È più un film di periferia i cui unici lampi arrivano nelle poche scene con Stallone.
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5. Wolverine
Forse quelli di Wolverine sono gli unici spin-off che gareggiano in contemporanea alla serie da cui sono fuoriusciti per longevità e luce dei riflettori. Non vengono dopo X-Men ma contemporaneamente, non si fermano e in un certo senso già sono sopravvissuti ad un’iterazione della saga. Perché nei nuovi film della serie X-Men non ci sono più gli attori della prima versione, sono già tutti cambiati per raggiunti limiti di età, tutti tranne lui, Hugh Jackman. Nonostante sia l’unico ad interpretare un personaggio che non invecchia mai continua a mettersi gli artigli di adamantio e lo farà ancora in un nuovo (ultimo) spin-off, il prossimo anno.
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4. Machete
Prima compare in Spy Kids, poi in un trailer di Grindhouse, poi infine per sollevazione popolare si è meritato un film. Machete è forse la punta più concreta dell’amore di Robert Rodriguez per il cinema di serie B, la parodia che non è parodia, il film che si può permettere di utilizzare tecniche e stilemi di un cinema che fatto oggi sarebbe comunque ridicolo. A suo modo un atto d’amore verso per un’epoca del cinema e per un attore, l’immenso Danny Trejo.
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3. Night Train to Munich
In La signore scompare di Alfred Hitchcock ci sono due personaggi divertenti, Chalders e Caldicott. Sono a bordo del treno con gli altri passeggeri ma funzionano un po’ da alleggerimento comico. Quel film fu un successo, tanto che gli stessi due furono riutilizzati in un altro film scritto dai medesimi sceneggiatori, Sidney Gilliat e Frank Launder, intitolato Night Train to Munich in cui la trama è quasi la stessa di La signora scompare e che, nei primi trailer originali, fu addirittura erroneamente (o forse volontariamente) spacciato per il sequel.
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2. Alla Ricerca di Dory
Era il pesce smemorato in Alla Ricerca di Nemo e per certi versi rubava la scena a tutti. Fare un film intero su qualcuno che non ricorda quasi nulla era una bella sfida, Andrew Stanton l’ha trasformato in un’incredibile storia di famiglia e redenzione personale. È quello che fa la Pixar: miracoli. Non sarà all’altezza della sua opera madre, ma è una deviazione più che ottima da una struttura che la Pixar ha creato, messo in piedi e alimentato tutto da sola.
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1. Uno sparo nel buio
In realtà il primo film in cui compare l’Ispettore Clouseau non è Uno sparo nel buio, che invece è il primo in cui è protagonista assoluto, ma La Pantera Rosa, in cui è la spalla comica del duo Claudia Cardinale/David Niven. I due sono rispettivamente la proprietaria del diamante che dà il titolo al film e il ladro gentiluomo che la corteggia per rubarglielo, l’ispettore doveva essere giusto un comprimario e invece fu l’unica cosa che tutti ricordavano una volta usciti dalla sala.
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