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Ieri sera, in un tripudio di luci e coriandoli, è andato in onda su Sky Uno e TV8, in diretta dal Mediolanum Forum di Assago, l’atto conclusivo del talent show. Giunti ormai alla decima edizione, sapevamo bene cosa aspettarci dalla serata e Luca Tommassini, storico direttore artistico di X Factor, è riuscito, come sempre, a creare un vero e proprio spettacolo, allestendo più la una finale di un talent quello che a tutti gli effetti sembrava un concerto dal vivo di fronte a ottomila persone. È mancato, però, in parte, il ritmo serrato delle finali delle passate stagioni, probabilmente a causa della febbre che ha colpito Alessandro Cattelan.
A stupire è stato il risultato. Se ieri pomeriggio mi avessero chiesto di scommettere su uno fra i 4 finalisti (Roshelle, Gaia, Soul System ed Eva), avrei senza ombra di dubbio scommesso sulla giovane cantante dai capelli rosa della squadra di Fedez.
Roshelle, infatti, pur non incontrando il mio gusto personale, partiva sulla carta come favorita: l’inedito presentato la scorsa settimana durante la semifinale, What U Do to Me (prodotto, suonato ed arrangiato da Merk&Kremont), infatti, risultava chiaramente in vantaggio rispetto agli altri nelle classifiche di vendita. Con questi presupposti chiunque si sarebbe aspettato di vedere la ragazza lottare per la vittoria finale.
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Lo stesso Fedez, durante le prove, aveva scherzosamente affermato di puntare per le sue concorrenti al primo e secondo posto, ma ovviamente la realtà è stata ben diversa: Roshelle è stata la prima eliminata della serata, classificandosi così al quarto posto.
Le stonature nel duetto con i Clean Bandit non hanno favorito Roshelle, ma sicuramente non sono state quelle a decretarne l’uscita in una manche dedicata ai duetti, che sembrava una gara a chi realizzava la performance peggiore, tra Eva, sul palco con Carmen Consoli, che è stata in grado di dimenticare le parole de L’Ultimo Bacio, e i Soul System che hanno tentato il miracolo cercando di far diventare piacevole l’ascolto di Roma-Bangkok con Giusy Ferreri e Baby K.
L’uscita di Roshelle non fa che mettere in luce una realtà ormai chiara: non sempre chi vende i dischi vince i talent show, principio che vale anche al contrario, come sanno bene i tanti vincitori di talent finiti nel dimenticatoio. Ciò che fa vincere un talent non è il bel canto, ma la storia personale e la simpatia che si porta sul palco.
Non è un caso che quest’anno a vincere, infatti, siano stati i Soul System, gruppo dalle grandi doti canore, ma soprattutto la cui storia non poteva non concludersi se non con la vittoria finale, come il “vissero felici e contenti” delle favole. In un’Italia che sembra ogni giorno incattivirsi sempre più nei confronti del diverso, vedere Alessandro Cattelan consegnare il premio a 5 ragazzoni, con un colore della pelle che mostra chiaramente le loro origini ghanesi ed un accento che sottolinea il loro essere, invece, veronesi e bresciani, non può che essere un bel messaggio.
La storia dei Soul System a X Factor ha poi tutte le caratteristiche per essere una vera e propria favola o una barzelletta con protagonista Alvaro Soler, dipende dai punti di vista. Il cantante spagnolo, caposquadra della categoria gruppi, infatti, aveva deciso di eliminare i Soul System e di non farli entrare in gara, bocciandoli ai provini finali a cui si erano presentati cantando proprio Roma-Bangkok, la canzone che poi il destino, o la produzione che ha giocato sull’effetto “casualità-favola”, ha voluto che loro presentassero in finale. La band scelta da Alvaro, però, i Jarvis, per divergenze con la produzione, decide di non prendere parte al programma e Soler è costretto a richiamare al volo gli scartati Soul System. Alla prima puntata esce subito uno dei gruppi di Soler, Les Enfants, e poi il duo dei Daiana Lou, fortemente voluto dal cantante spagnolo, si autoelimina. Così Soler non solo rimane in gara con il gruppo che aveva scartato, ma addirittura vince.
È evidente che, se non riusciranno a sfondare nel mondo della musica, i Soul System avranno comunque un posto assicurato nei salotti di Barbara D’Urso.
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