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Prevedere i terremoti, per ora, non è possibile, ma la tecnologia può dare una mano. Un team coordinato da Greg Beroza, professore di geofisica alla Stanford University, ha sviluppato un algoritmo chiamato FAST (Fingerprint And Similarity Thresholding), che aiuta a capire i rischi sulla base dei precedenti.
Funziona come Shazam, l’app che permette di scoprire in tempo reale un brano musicale. Anche in questo caso l’algoritmo isola un tratto di onda sonora di un terremoto, lo trasforma in una impronta digitale facile da processare e lo mette a confronto con le altre, più datate, presenti nel database.
In questo modo, visto che le onde sonore delle scosse lungo una stessa faglia sono simili, è possibile avere informazioni più dettagliate sull’evento sismico e ipotizzarne da subito la consistenza.
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