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Se Il risveglio della forza aveva un’ispirazione unica, forte e molto chiara (specie se si parla della struttura), ovvero Una nuova speranza, il primo film della saga, Rogue One anche in virtù del suo essere uno spin-off, ha guardato molto al di fuori del mondo di Guerre Stellari. Paradossalmente l’adesione quasi maniacale di questo nuovo film di Edwards al primo di Lucas, il suo essere fatto per incastrarsi bene con esso e far tornare tutto, non è combaciata con l’esigenza di fare anche un film simile agli altri.
Guerre stellari è un universo di immagini, idee, storie e personaggi così grande che è sempre bastato a se stesso, non ha mai avuto bisogno di rifarsi ad altri film di fantascienza, ha sempre creato il proprio mondo e le proprie regole. Era semmai dal fantasy, dai film di avventura e dal western che pescava, rimodulando idee sperimentate per la prima volta in quei generi all’interno di una cornice da space opera, nello spazio profondo o nelle astronavi, nei localacci del pianeta Tatooine o nelle distese di Hoth.
Invece Gareth Edwards ha avuto l’ardire di ispirarsi ad altro, cioè di portare garbatamente nel mondo di Guerre Stellari suggestioni visive che vengono da altri film di fantascienza e non. Cinque sono i più evidenti.
1. Dune
Il film di Lynch che ha tentato di mettere in scena personaggi e trame dei romanzi di Herbert, aveva un look molto preciso e un modo unico di mescolare lo spazio con il mondo militare ottocentesco europeo. Per i villain poi Lynch aveva immaginato un set di abiti e una certa carnalità che si misura in dettagli della pelle, difetti fisici, liquidi, e gas che sono rimasti ineguagliati.
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Rogue One riprende quest’idea per il villain più grosso di tutti, Vader, che per la prima volta vediamo immerso in un liquido, con tubi attaccati al corpo, esposto nella sua deformità. Tutta un’altra visione rispetto a quella prima volta in Lucas lo mostrava nell’atto di mettersi il casco.
Ma anche la tuta di Forest Whitaker con i suoi bordi alti e il suo respiratore strizza un occhio a Dune. Guerre Stellari è sempre stato un universo pulito, fatto di superfici lucide, uno che non contempla la repulsione con cui giocava Lynch. Ma qui non è così.
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2. Alien
Del film di Scott non ci sono certo gli xenomorfi né tantomeno quell’idea di paura nello spazio profondo, ma il design, dettaglio che in un film di fantascienza non è meno importante di tutto il resto. Anzi! Una volta deciso di retrodatare il proprio film per aderire a Una nuova speranza Edwards doveva scegliere con quale stile allestire i set.
A quanto pare ha vinto la corrente Ridley Scott – Micheal Seymour del 1979, cioè quel misto di forme tonde e moderne che dominavano l’astronave Mother di Alien. Lo vediamo subito nella cucina della famiglia di Jyn ma poi tornerà più volte. A parte l’interno della Morte Nera, che ha il design originale che conosciamo, tutto ciò che è stato inventato guarda in quella direzione.
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3. Blade Runner
Un esempio molto chiaro di centro abitato c’era e proprio in Una nuova speranza. Quando Luke Skywalker e Obi Wan Kenobi si recano in cerca di informazioni e di un’astronave per lasciare Tatooine affrontano un porto pieno di razze aliene che è poco popolato nella versione originale e più denso di alieni in quella “speciale”. Insomma non mancavano referenti ma Edwards, forse per coerenza con la tendenza Scott degli interni per quegli esterni ha scelto palesemente la folla eterogenea e cupa di Blade Runner, quel mondo poco pulito e molto sporco in cui le persone sembrano morti viventi e più che avere razze diverse hai forme diverse di mostruosità.
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4. Tora! Tora! Tora!
Uno scenario dell’Oceano pacifico, un bombardamento. Visuale dall’alto, persone che scappano, mezzi che esplodono, un attacco a sorpresa. È Pearl Harbor e Rogue One ha deciso di andare in quella direzione nel momento in cui si è deciso che l’archivio in cui sarebbero stati rubati i piani della Morte Nera andava situato in un pianeta che si presenta come un’isola hawaiiana. Che poi anche il film viaggi dalle parti del war movie classico è solo segno di profonda accettazione di tutto ciò.
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5. Il giorno più lungo
Non c’è però solo il grande bombardamento nel lungo finale battagliero di Rogue One. Se da una parte c’è chi attacca e chi cerca di muoversi nel grande delirio, ci sono anche le truppe di terra ed è tutto un altro film di guerra. Avremmo potuto citare Salvate il soldato Ryan qui, visto quanta spiaggia e sabbia che salta in aria per poi ricadere sulle teste dei soldati c’è, ma sembra più appropriato Il giorno più lungo, il film corale con tante storie diverse nella giornata dello sbarco in Normandia.
Perché anche Rogue One giostra diversi personaggi intenti a fare cose differenti, e ognuno è una dimensione diversa della guerra, un modo diverso di affrontarla e un compito diverso in essa. Non mancano nemmeno i grandi classici del cinema di guerra anni ‘50/’60 come gli eroici sacrifici per la causa comune e i segnali da mandare al quartier generale a tutti i costi.
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