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L’ex carcere di Perugia sarà una cittadella della giustizia L’ex carcere di Perugia sarà una cittadella della giustizia


















Ex carceri, vecchie caserme militari, palazzi pubblici dismessi. Più di trenta immobili di Stato, spesso dimenticati e in rovina, saranno trasformati in altrettante cittadelle della burocrazia. Grandi poli in cui saranno riuniti gli uffici di ministeri, agenzia delle entrate e forze di polizia. A cui affiancare un altro centinaio di progetti di razionalizzazione edilizia: riunire negli stessi spazi enti sparsi, tagliare affitti inutili, riaprire palazzi chiusi da anni. L’Agenzia del demanio ha avviato i cantieri in 110 città d’Italia. L’obiettivo è di concludere la grande operazione immobiliare, valore 1,4 miliardi di euro, entro il 2021, con un risparmio di 200 milioni di euro l’anno.
L’ex carcere di Perugia, circa 25mila metri quadri, rinascerà sotto forma di città della giustizia. Costo stimato: 30 milioni di euro. Le celle lasceranno spazio agli uffici dei magistrati e alle aule del tribunale. Oggi il ministero della giustizia affitta da privati 13 tra palazzi e uffici nel capoluogo umbro e l’Agenzia del Demanio conta di risparmiare dal 2020 1,1 milioni di euro ogni anno.
Ad Aosta l’Agenzia delle entrate farà le valigie da quattro uffici diversi per concentrarsi in un solo palazzo. Il Demanio riattiverà anche la caserma Mottino e l’ex Palazzo del governo, traslocando carabinieri, Consiglio di stato, Corte dei conti e ministero del Lavoro. Con un investimento di otto milioni di euro circa, dal 2019 si stima un taglio di 350mila euro degli affitti. La Caserma De Cristoforis a Como accentrerà questura, caserma di polizia, prefettura, direzione territoriale del lavoro, l’Archivio di stato del ministero dei Beni culturali (Mibact), Agenzia delle entrate e commissione tributaria provinciale. I 25 milioni di euro di spesa, secondo il Demanio, ne faranno risparmiare due all’anno dal 2022. A Roma l’archivio della Camera dei deputati andrà a convivere con il dipartimento di protezione civile, i vigili del fuoco e il Mibact.
Le cittadelle della pubblica amministrazione sono i cantieri più ambiziosi tra i 130 del piano di razionalizzazione. Sono 34 progetti, che l’agenzia del Demanio ha ribattezzato federal building, palazzi federali, benché, come ha osservato l’esperta linguistica Licia Corbolante sul suo blog Terminologia etc, la definizione sia scorretta, non essendo l’Italia uno stato federale. Sono, per la precisioni, poli che raccoglieranno gli uffici della pubblica amministrazione e di varie articolazioni dello Stato. Si lasciano palazzi privati per beni pubblici, a zero affitto.
Sette progetti sono già stati finanziati per intero, 13 in parte e altri 14 devono ancora ricevere i soldi da Roma. Solo la cittadella della giustizia di Reggio Calabria non ha bisogno di fondi, poiché i lavori sono affidati al Comune, che ha la responsabilità di concludere il nuovo tribunale e di trasferire gli uffici in due immobili confiscati.
“Attualmente abbiamo inaugurato i primi 9 cantieri edilizi per un investimento 322 milioni di euro. Anche grazie alle risorse economiche messe a disposizione da Inail a partire dal 2017 potremo riqualificare nuovi uffici pubblici”, spiega il direttore dell’agenzia, Roberto Reggi. Lo stato di avanzamento del programma si può seguire sul sito del Demanio.
Il maggior numero di lavori si concentra in Lazio, dove sorgeranno cinque città della burocrazia. Altre quattro ne ospiterà la Campania, tre il Veneto così come il Piemonte. A Roma il ministero dello Sviluppo economico (Mise) e quello dell’Ambiente si scambieranno le stanze. Il primo, oggi distribuito su cinque indirizzi (di cui due in affitto da privati), prenderà casa all’Eur, in un palazzo che aveva ospitato l’ex ministero delle Comunicazioni (di cui oggi si occupa proprio il Mise), lasciando liberi due complessi pubblici destinati al dicastero dell’Ambiente.
Nella capitale il Demanio acquisirà anche il complesso di via Carucci che ospita l’Agenzia delle dogane e dei monopoli e la riorganizzazione delle sedi porterà a un risparmio di 6,3 milioni di euro. A Milano la polizia prepara gli scatoloni: sei caserme, un residence, e due palazzine di uffici confluiranno nella caserma Montello, che oggi ospita i migranti, mentre l’esercito farà le valigie per la Santa Barbara. A Lodi la prefettura traslocherà di 300 metri, che valgono 300mila euro di risparmi ogni anno.
“La razionalizzazione è un’attività complessa e articolata, coinvolge le amministrazioni statali e genera risparmi a lungo termine, non solo riducendo la spesa per gli affitti ma anche abbattendo i costi di gestione – prosegue Reggi -. Un meccanismo che permette, quindi, di dare attuazione alla spending review e di reinvestire i risparmi generati in nuove operazioni di riqualificazione e di ristrutturazione del patrimonio edilizio, con particolare attenzione all’efficientamento energetico e alla messa a norma degli edifici pubblici”.
Le 34 città della pubblica amministrazione sono il primo capitolo di un progetto che Reggi immagina più esteso. “Nei prossimi anni il numero dei federal building è destinato a crescere perché sono ancora numerosi gli immobili attualmente inutilizzati, come ex carceri e caserme dismesse che grazie a queste operazioni di recupero potranno offrire un servizio più efficiente ai cittadini e garantire un maggior risparmio per le casse dello Stato – spiega il numero uno del Demanio -. Si tratta di un modello di successo che continueremo a replicare anche in altre realtà del nostro Paese, non solo nelle grandi città ma anche in piccoli centri di provincia in modo da rilanciare l’economia locale attraverso la trasformazione degli immobili”.
Oltre al piano di razionalizzazione, prosegue anche la vendita degli immobili di Stato. “Per quanto riguarda il capitolo delle dismissioni – precisa Reggi – si è passati, come stabilito dal Def (il documento di economia e finanza, che contiene le politiche finanziarie del governo, ndr), da 1687 milioni di euro nel 2013 a 750 milioni nel 2016. Tra il 2017 e il 2019 si prevedono vendite di beni pubblici per 900 milioni di euro che comprendono anche immobili appartenenti agli enti locali”.
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