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C’era attesa per la decisione della Corte costituzionale sull’ammissibilità o meno dei referendum sul lavoro, promossi della Cgil nel 2016. I quesiti erano stati dichiarati conformi alla legge lo scorso dicembre dalla Cassazione.
Oggi, la Consulta, a seguito della Camera di Consiglio, ha stabilito che solo due quesiti su tre sono ammissibili e quindi saranno votati. Sono quindi ammessi i quesiti per l’abrogazione sulle disposizioni sul lavoro accessorio (vale a dire i voucher) e sulle disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti.
Non è stato invece ammesso il referendum sull’“abrogazione delle disposizioni in materia di licenziamenti illegittimi” che mirava ad abrogare la normativa attuale (sull’articolo 18) che stabilisce il pagamento di una indennità, a crescere con l’anzianità di servizio, che va da un minimo di 4 a un massimo di 24 mensilità, per un licenziamento ingiustificato.
Sarà quindi possibile votare, ma serve il quorum, per abrogare le disposizioni di legge che limitano la responsabilità solidale degli appalti e sui voucher, il cui utilizzo viene definito dalla Cgil flessibile e illegittimo ma anche favorevole, contrariamente a quanto si vuole, a una sommersione del lavoro nero o irregolare. Cambiamenti in materia di utilizzo dei voucher sono però stati già promessi dal governo e da Gentiloni stesso.
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