Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
Atlanta è una drammedy, un mix tra commedia e serie drammatica: si ride, ma la risata non è mai banale e spesso è amara. I veri protagonisti della storia sono gli escamotage che i vari personaggi cercano quotidianamente di mettere in atto per far fronte alle difficoltà della vita: dai problemi economici alle incomprensioni familiari, fino alla costante paura da parte dei neri della polizia.
Fil rouge della serie è la vita di Earn (Donald Glover), studente di Princeton che si è preso un anno sabbatico, che dura ormai da tre anni e che cerca di risolvere i propri problemi economici proponendosi come manager del cugino, Paper Boi (Brian Tyree Henry), un rapper che “per arrotondare” vende droga insieme all’amico Darius (Keith Stanfield), uno stralunato tuttofare, sempre fatto di marijuana, che risulta uno dei personaggi più riusciti della serie.
Glover, oltre ad essere il protagonista, è anche l’ideatore di Atlanta: seppure alla sua prima grande prova, è evidente che gli anni trascorsi “alla scuola di Tina Fey” hanno dato i suoi frutti e non è un caso che certe battute ricordino la satira pungente della comica del Saturday Night Live, anche se spesso vi è quel velo di disillusione alla Louis C.K.
La città di Atlanta, che dal titolo dovrebbe essere al centro delle vicende della serie, ne è invece la cornice: la periferia ed i quartieri popolari diventano non solo i luoghi in cui si muovono i personaggi, ma anche gli espedienti per affrontare tematiche di rilievo, come la discriminazione di genere e i pregiudizi, in particolar modo quelli razziali, come è ovvio che sia, trattandosi di una serie totalmente black per ambientazione e personaggi.
Ciliegina sulla torta è la colonna sonora: Glover è noto negli Usa soprattutto come rapper (con lo pseudonimo di Childish Gambino)ed è uno degli artisti più interessanti della scena musicale del momento. A far da contraltare alla reale bravura di Glover come cantante, vi è invece la musica di Paper Boi: il rapper della serie tv, infatti, ha ben poco talento, ma solo la fortuna che un suo singolo scritto anni prima stia avendo successo su YouTube.
Donald Glover racconta Atlanta, ma in realtà parla di tutta l’America: cosa ne è rimasto, dopo 8 anni, del sogno di rinascita ed uguaglianza che Obama incarnava? Il sogno si è scontrato con una realtà impossibile da mutare ed il sogno è rimasto solo un sogno.
The post Atlanta, tra rap ed ironia, uno sguardo sulla cultura black oltre gli stereotipi appeared first on Wired.