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Questione di sopravvivenza: per stare al sicuro dagli insetti alcuni mammiferi usano la propria coda come uno scacciamosche. E la sua efficienza ha una precisa spiegazione fisica
Che si tratti della savana africana o delle nostre aree rurali, in continuazione i mammiferi vengono attaccati da una miriade di insetti, potenzialmente capaci di trasmettere malattie. Così mucche, giraffe, elefanti e zebre possono sfruttare solo la propria coda per sbarazzarsi di zanzare, mosche e tafani. Agitare la coda costa molta energia, ma tutta questa fatica è necessaria per restare al sicuro.
Se osservata a rallentatore, la coda durante il movimento si comporta come un pendolo doppio, ossia con due parti che possono muoversi in maniera indipendente e due punti di perno. Una simile flessibilità permette alla coda di cambiare direzione più velocemente, in modo da poter colpire un insetto appena una frazione di secondo dopo che si è posato sulla pelle. Senza questa doppia struttura, calcolano i ricercatori, il tempo di frustata della coda sarebbe tre volte più lungo.
La doppia articolazione ha anche un secondo vantaggio: migliorare la capacità di prendere la mira. Finora nessuno è riuscito a riprodurre uno scacciamosche così efficiente come quello naturale dei mammiferi, ma, grazie alle nuove conoscenze sulla dinamica dei movimenti, i ricercatori sperano presto di riuscire a costruire protesi utili ed efficienti per gli animali che hanno perso la coda.
(Science)
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