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Altri 100 studenti si aggiungono alla prima classe di startupper e sviluppatori che hanno già iniziato il programma nella prima iOS Developer Academy d’Europa nel nuovo campus dell’Università Federico II di Napoli. I neo studenti, provenienti da tutta Italia, si uniscono ad un classe multietnica composta da giovani provenienti dalla Moldavia, Messico, Turchia e Germania mentre, altri quattrocento, entreranno più avanti nel corso dell’anno.
A ottobre 2016, l’Academy ha accolto i suoi primi 100 studenti per lavorare su applicazioni complesse, immergersi nei meccanismi della neo-imprenditoria e concentrarsi su aree specifiche, come l’app design. I nuovi arrivi si uniscono quindi a studenti come Federica Ventriglia che, in merito alla sua esperienza, racconta: “questi tre mesi all’Academy sono stati molto diversi da quello che mi aspettavo. Qui si punta a creare una figura professionale completa, pronta ad affrontare il mondo e fare qualcosa di buono“.
L’investimento di Apple nella formazione di nuove leve specializzate garantisce che il corso sia gratuito per tutti gli studenti, offrendo un programma progettato da esperti tecnici e ingegneri dell’azienda. Gli studenti hanno a disposizione, ça va sans dire, l’hardware e il software Apple, ognuno è dotato di iPhone e Mac.
Per alcuni si tratta di una prima volta a contatto con i prodotti di Cupertino, tra questi Chiara Riccardi, studentessa di ingegneria biomedica, che spera di utilizzare le competenze acquisite con il corso per aiutare i bambini con dislessia: “non vedo l’ora di allineare il lavoro che farò in Academy con il mio campo di studio, utilizzando la tecnologia per aiutare le persone a migliorare le loro condizioni di salute“.
Oltre all’accademia, Apple ha investito nell’iOS Foundation Program, programma nella regione Campania, che riunisce altre sei università per offrire ai propri studenti corsi iOS che durano dalle tre alle quattro settimane. Le prime tre classi di questo programma hanno concluso il corso nel mese di dicembre presso l’Università di Parthenope e l’Università di Suor Orsola Benincasa. Il 40% degli studenti provenivano da percorsi di laurea non-tecnici e due terzi erano donne.
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