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(Foto: Leafboards)
Bassano del Grappa (VI) — “Il nostro obiettivo era chiudere la produzione in autunno, per non dover lavorare in inverno”, sbuffa Alberto, calcandosi il berretto di lana sulla fronte. La temperatura all’interno del capannone non è molto diversa da quella esterna e le mani intorpidite dal gelo faticano a ispezionare i fogli di legno, alla ricerca di nodi e altre irregolarità. Carlo lo sente e sorride, senza per questo distogliere gli occhi dalla longboard che sta rifinendo: “Lo sapevi che i primi skateboard nascono in California negli anni ‘40? Molto spesso la tavola era la mensola di una libreria mentre i carrelli si ottenevano segando a metà un pattino a rotelle”. Le longboard che i due amici producono nella periferia di Bassano nascono dagli stessi ingredienti utilizzati da questi pionieri: passione e curiosità, ma anche lividi e innumerevoli tentativi falliti, più una buona dose di quel ‘sapersi arrangiare’ che nel Nordest ha fatto la fortuna di molti.
Questo è Leafboards, il passatempo di due amici ventenni che è cresciuto negli anni fino a diventare un lavoro vero.
Carlo Guazzo e Alberto Zanin di Leafboards (Foto: Davide Michielin)
Carlo Guazzo ha 23 anni, studia Design del Prodotto a Venezia e fin da bambino è ossessionato dalle onde dell’Oceano Pacifico. Una passione difficile da coltivare se nasci nelle prealpi venete. A Bassano non c’è il mare però durante l’inverno cade la neve. “Ho iniziato con lo snowboard: una discreta alternativa: ma nel resto dell’anno cosa fare?”, ricorda Carlo. Alla ricerca di uno sport da praticare in tutti i mesi dell’anno, Carlo si fa convincere da Alberto Zanin, suo amico di infanzia, a fare un tentativo con l’hockey.
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Un tentativo fallimentare che non avvicina Carlo ai pattini, ma contagia Alberto con la febbre del surf. Durante i weekend i due amici iniziano a battere le spiagge adriatiche alla ricerca di spot caratterizzati da forti mareggiate, in attesa delle ferie estive trascorse tra auto e tenda a cavalcare le onde di Cantabria, Bretagna o Fuerteventura. È giunto nel frattempo il 2013 e in Italia sta prendendo piede un nuovo tipo di skateboard ispirato alle tavole da surf, più lungo e maneggevole, dalle ruote di dimensioni maggiori e possibilità praticamente infinite di personalizzazione.
(Foto: Leafboards)
Un richiamo irresistibile per Carlo, che acquista la sua prima longboard a caro prezzo su un sito specializzato degli Stati Uniti. “È stata una delusione”, racconta Carlo: “Provata su strada la tavola era rigida, stava inchiodata all’asfalto. Paradossalmente, le longboard economiche comprate dai miei amici erano molto più maneggevoli e divertenti”. Rimasto scottato dall’esperienza, Carlo decide di costruire da sé la propria tavola, rivolgendosi ad Alberto per gli aspetti tecnici. “Siamo come la mente e il braccio: Carlo è un vulcano di idee, ma poi tocca al sottoscritto trovare il modo di renderle possibili”, scherza Alberto, perito meccanico di due anni più grande dell’amico. I genitori possiedono un’azienda specializzata nella costruzione di espositori per vetrine e così Alberto è cresciuto tra presse idrauliche, stampanti a raggi ultravioletti e pantografi 3D. Dopo aver studiato le migliori longboard in commercio, i due amici iniziano a costruire i primi, fallimentari, prototipi. “Un vero falegname conosce il legno e non sarebbe mai incappato in tutti i passi falsi che abbiamo commesso all’inizio”, racconta Alberto. “Abbiamo fatto innumerevoli prove, spaccato tavole e collezionato un discreto numero di lividi. Ma andava bene così: si trattava del nostro passatempo perciò anche correggere gli errori era parte del gioco”.
Per prima cosa hanno dovuto imparare a destreggiarsi tra i diversi tipi di legno, imparando a riconoscere le caratteristiche di ognuno. Inizialmente la struttura del deck, cioè della tavola, era ottenuta dalla semplice alternanza di fogli di faggio e di frassino pressati. Alla ricerca di una maggiore robustezza che non andasse a discapito della flessibilità, i fogli sono oggi intrecciati, mentre il frassino è stato progressivamente sostituito dall’acero, caratterizzato da fibre compatte che lo rinforzano ma solamente lungo una direzione. L’orientamento e le dimensioni del foglio sono perciò essenziali, così come l’assenza di nodi. La creazione degli stampi 3D per automatizzare l’incisione della forma e del concave, la concavità che attraversa la longboard nel senso trasversale, è stata relativamente semplice, un po’ meno l’individuazione delle resine.
C’è voluto un anno e mezzo per trovare la giusta combinazione di colle e induritori
Se le resine sono sbagliate, la tavola tenderà a deformarsi oppure diventerà troppo rigida. Cioè inutilizzabile, in entrambi i casi. “Il legno ha una propria forza, dopo un po’ di tempo tende a fare ritorno alla curvatura originaria”, spiega Alberto. La verniciatura, l’applicazione del grip sul dorso della tavola e l’innesto dei truck, i carrelli delle ruote, rimane rigorosamente manuale. “Dopo tutta la fatica fatta per creare la tavola, volevamo che anche le altre componenti fossero di qualità”, interviene Carlo: “I carrelli che montiamo sono prodotti in Germania mentre per le ruote ci riforniamo da un’azienda inglese”.
Al lavoro su una tavola (Foto: Leafboards)
Al lavoro su una tavola (Foto: Leafboards)
Al lavoro su una tavola (Foto: Leafboards)
Al lavoro su una tavola (Foto: Leafboards)
Al lavoro su una tavola (Foto: Leafboards)
Al lavoro su una tavola (Foto: Leafboards)
Malila (Foto: Leafboards)
Fat_Bonkers_LB_2016 Fat Bonkers (Foto: Leafboards)
Juke_Joint_LF_2016 Juke Joint (Foto: Leafboards)
Zeppelin_II_LF_2016 Zeppelin II (Foto: Leafboards)
Dopo innumerevoli prototipi, la longboard così a lungo desiderata da Carlo è pronta per essere battezzata sui tornanti del Monte Grappa. Accattivante nel suo aspetto volutamente rétro, ma soprattutto leggera e maneggevole, cattura immediatamente l’attenzione di amici e conoscenti, segnando la nascita di Leafboards. “L’ispirazione per il nome ce l’ha fornita un nostro amico dicendo che la tavola planava così dolcemente da ricordare il volteggio di una foglia”, sorride Carlo. La realizzazione artigianale e la possibilità di personalizzare ogni aspetto della longboard, dalla forma alla veste grafica, si rivela una carta vincente e i due amici faticano a esaudire il numero crescente di richieste. “Lavorandoci solamente nel weekend era impossibile assecondare ogni singola esigenza”, continua Alberto: “Lo scorso anno abbiamo deciso allora di creare la prima serie standard: Big Bang”. Quattro longboard di forma e dimensioni diverse per venire incontro alle principali discipline: cruising, sliding, freeride e dancing. Il progetto grafico è affidato allo studio Lineanera che, mantenendo gli stilemi del surf, decide di caratterizzare i modelli con un diverso elemento naturale: aria, acqua, terra e fuoco.
La promozione di Leafboards passa attraverso la partecipazione ai principali contest nazionali come il Roma Longboard Fest, ma soprattutto attraverso gli stand di concerti e festival musicali. “Siamo entrambi grandi appassionati di vinili: ci piace l’idea che i nostri prodotti siano associati alla musica”, spiega Carlo, che dopo aver creato una linea di felpe e tshirt firmate Leafboards promette di organizzare in autunno un festival di musica garage a Bassano. “Prima di tutto viene lo sviluppo della seconda serie di longboard”, frena Alberto: “È probabile che oltre a nuovi shape proporremo qualche tavola colorata. Poi chissà, vorrei trovare anche io il tempo di usare la mia longboard”.
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