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Se per anni l’automobile è stata simbolo di libertà e indipendenza, con l’elettrico si ha l’impressione di dipendere dalla spina più vicina. Ma in città la Leaf ha un’autonomia più che sufficiente
La prima memoria del test con nuova Nissan Leaf è il silenzio: una condizione così strana quando si guida in pieno centro, da sembrare irreale. Un’atmosfera ovattata, che sembra quasi di camminare dopo una nevicata. Certo, volendo a bordo c’è la radio Bose; e pure quel cicalino che accompagna le manovre in retromarcia per non cogliere di sorpresa proprio nessuno. È un suono dal sapore orientale: sembra il segnale acustico degli ascensori giapponesi, cinesi o sudcoreani. In fondo, anche se è interamente realizzata in Europa, Leaf viene proprio da quelle latitudini. E con lei l’intero suo carico di luci azzurro tenue, il display semicircolare che sostituisce il quadro strumenti analogico proiettandoci subito in una nuova dimensione digitale, lo schermo touch multimediale e la consolle sospesa che pare quella d’una astronave.
In effetti, a guardarla bene, Leaf sembra figlia di una dimensione sci-fi. Futuristica, futuribile non solo nel concetto stesso di full-electric, cioè una delle propulsioni green di domani già disponibile oggi, è l’auto 100% elettrica più venduta: nel mondo ce ne sono 180mila.
(Foto: Mauro Tacchinardi / Around Gallery per wired.it)
Proviamo Nissan Leaf a Milano, con la curiosità — e un pizzico di diffidenza — di chi approccia per la prima volta l’utilizzo prolungato del motore elettrico. Ovviamente conosciamo bene virtù, e qualche vizietto, della trazione EV: a cominciare da quella coppia subito disponibile da rendere scattante come una fuoriserie anche una city car come questa.
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Tuttavia, fra le preoccupazioni cui non sei abituato, ne spiccano alcune: ripensare gli spostamenti in base all’autonomia residua e ai tempi di ricarica, programmare in anticipo le uscite a lunga percorrenza calcolando anche il ritorno per non trovarsi spiazzati, sapere oggi cosa si farà domani per non dover correre a cercare colonnine di ricarica all’ultimo momento. Insomma, se per anni l’automobile è stata simbolo di libertà e indipendenza, con l’elettrico si ha l’impressione di dipendere dalla spina più vicina e di poter fuggire solo finché c’è corrente a sufficienza.
V’immaginate Thelma&Louise on the road su un’auto elettrica, o Kowalsky sfidare la legge andando anziché a Vanishing Point a zero emissioni?
Va subito detto che quando ritiro la Leaf, l’indicatore segnala 190 chilometri d’autonomia: sono molti, in città, così finisce che non ricarico mai per un’intera settimana, in barba a ogni preoccupazione. E quando arriva il momento, con la mia tesserina per l’accesso alle colonnine pubbliche, una specie di bancomat, diventa un gioco da ragazzi.
(Foto: Mauro Tacchinardi / Around Gallery per wired.it)
Il navigatore evoluto tiene sempre sotto controllo la carica residua e quando si scende sotto i 75 km residui, tempestivamente indica le stazioni di ricarica più vicine. Nei dintorni della redazione ce ne sono diverse. Leaf MY2016 ha due diverse opzioni: la batteria da 24 kWh e quella da 30, la nostra. Per entrambe motore sincrono, 109 cavalli di potenza, circa 140 orari di velocità massima; il doppio dei limiti cittadini, poco più di quelli che extraurbani. L’operazione di ricarica è semplice. Si solleva lo sportellino anteriore sotto il logo Nissan che custodisce le prese di corrente, sono due per altrettanti voltaggi, si collega il cavo della colonna di ricarica o quelli in dotazione, e il gioco è fatto. Bastano 30 minuti per ricaricare fino all’80% nelle stazioni di ricarica veloce (come quella nella foto), fino a una notte per il ‘pieno’ con unità di ricarica normale, pubblica o domestica. Se non si hanno a disposizione postazioni ad hoc, si può utilizzare una comune presa Schuko: in questo caso però possono servire fino a 15 ore. A casa, le operazioni di carica si possono monitorare e azionare anche da remoto, con l’app NissanConnect EV: ci si connette all’auto tramite smartphone anche per accendere a distanza il climatizzatore a risparmio energetico e ricevere avvisi o aggiornamenti. Dal PC si possono inoltre controllare i dati di guida, pianificare percorsi trasferendo la rotta al navigatore, condividere soluzioni di guida ecocompatibili con la community Leaf.
Fa quasi sorridere ricordare che questa è una macchina con cinque posti comodi, oltre 355 litri di carico utile nel bagagliaio, l’impianto audio Bose e persino interni in pelle o in un innovativo tessuto ‘bio’ ricavato dalla canna da zucchero. Più green di così…
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