domenica, Marzo 23, 2025

5 cose che ci ha insegnato Dario Argento

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Questo respiro non puoi più dimenticarlo”, afferma Sara, la compagna di accademia di Suzy Bannion in Suspiria, il classico del cinema horror diretto da Dario Argento. Uscito nelle sale italiane il 1 febbraio di quaranta anni fa, il cult con Jessica Harper e Joan Bennett racconta la storia di una studentessa americana che, nella prestigiosa Accademia di danza di Friburgo, scopre una terrificante realtà di sacrifici e magia nera.

Tra gli affascinanti effetti cromatici di Dario Argento e gli inquietanti respiri musicali dei Goblin, Suspiria introduce la Trilogia delle Madri. La saga che, anticipata dall’Uccello dalle piume di cristallo e Quattro mosche di velluto grigio e seguita da Phenomena e Profondo rosso, consacra l’autore di Inferno tra i Masters of Horror del cinema mondiale.

In occasione del 40esimo anniversario di Suspiria (il film è tornato nei cinema restaurato in 4K dal 30 gennaio al 1 febbraio 2017), abbiamo deciso di raccontare le 5 lezioni sulla paura di Dario Argento.

mutevole terrore
1. L’ingannevole forma del terrore
Nella Trilogia degli Animali, composta dall’Uccello dalle piume di cristallo, Quattro mosche di velluto grigio e Il gatto a nove code, Dario Argento dissemina una serie di indizi che non riusciamo a mettere a fuoco. “So che c’è qualcosa che mi sfugge ma non riesco a ricordarlo”, afferma Sam Dalmas, lo scrittore interpretato da Tony Musante nel hitchcockiano debutto dietro la macchina da presa del 1970. Il thriller che, fotografando lo stesso crimine attraverso diverse prospettive, anticipa una delle più importanti lezioni del maestro del brivido: l’apparenza inganna.

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Un focus sulla messa in scena misteriosa e sul twist finale che torna in Quattro mosche di velluto grigio, il cult del 1971 dove gli animali costituiscono l’indizio fondamentale per smascherare il serial killer.

Dominato dal respiro soprannaturale di Stephen King e dall’originale tema entomologico, Phenomena segue la scia di Venerdì 13 nell’imprevedibile epilogo tra Frau Brückner e la sua creatura. Un gioco di specchi e prospettive deformanti che tramuta l’accademia di danza di Suspiria in un covo di streghe e “il vecchio palazzo” dalle geometrie psichedeliche di Inferno nell’infuocata dimora della Morte. Ultimo ma non per importanza Profondo rosso, il capolavoro del cinema horror che, celando il riflesso del serial killer tra i quadri della vittima, consacra l’ingannevole forma del terrore di Dario Argento.

soggetiva
2. La soggettiva da incubo
Nella filmografia di Dario Argento utilizziamo le sue mani per spostare le tende, disseminare indizi, uccidere il malcapitato di turno e resistere al serial killer prima di venire trucidati. Una soggettiva affascinante che, trasformandoci nelle vittime e nei carnefici dei suoi cult, ci permette di vivere l’orrore in prima persona. Sin dall’Uccello dalle piume di cristallo percepiamo le immagini e i suoni attraverso i sensi dei protagonisti: dai silenzi che separano Sam dalla vittima nella galleria d’arte alla caduta vertiginosa del presunto assassino.

Immergendoci nell’Inferno della Mater Tenebrarum restiamo prigionieri dei claustrofobici suoni dell’acqua ed entrando negli incubi del serial killer di Tenebre scopriamo le sue perversioni. La telecamera corre rasoterra e si abbatte contro i protagonisti in una pluralità di punti di vista che rivoluziona il cinema di genere.

Se in Profondo rosso abbandoniamo il congresso di parapsicologia quando la sensitiva percepisce la nostra aura di malvagità, in Opera ci muoviamo indisturbati nel backstage maledetto del Macbeth di Giuseppe Verdi. Il thriller che, consentendoci di terrorizzare la platea con un volo hitchcockiano, raggiunge la massima espressione della soggettiva di Dario Argento.

il lato rosa
3. Il lato rosa del cinema horror
L’uomo è diverso dalla donna. Le donne sono delicate, fragili”, afferma il musicista Marcus Daly alla giornalista Gianna Brezzi in Profondo rosso. Non sembra pensarla così Dario Argento che, costruendo i suoi personaggi più iconici sul talento di Daria Nicolodi, Clara Calamai e Jessica Harper, ridefinisce il lato rosa del cinema horror.

Dalla terrena Trilogia degli Animali alla soprannaturale Trilogia delle Madri, la donna trascende lo stereotipo della Scream Queens attraverso le serial killer psicotiche dell’Uccello dalle piume di cristallo e Quattro mosche di velluto grigio, la brutale Frau Brückner di Phenomena, la folle Marta di Profondo rosso e la grottesca Mater Suspiriorum di Suspiria.

Nella filmografia di Dario Argento le donne non sono solo vittime o carnefici ma anche eroine coraggiose come Jennifer Corvino in Phenomena, Betty in Opera e Suzy Bannion in Suspiria.

fotografia
4. La maniacale cura del suono e della fotografia
È impossibile dimenticare l’inquietante melodia dell’Uccello dalle piume di cristallo di Ennio Morricone e l’ipnotica musica di Profondo rosso dei Goblin. Un elegante sottofondo musicale rafforzato dall’autore di Suspiria attraverso la maniacale cura del suono e della fotografia.

Tra il battito cardiaco di Phenomena, il respiro inquietante di Suspiria e lo strepito dei corvi di Opera, il suono è uno dei principali guizzi artistici di Dario Argento. In Inferno, il secondo capitolo della Trilogia delle Madri, Sara (la ragazza interpretata da Eleonora Giorgi) muore in un terrificante alternarsi di luci e ombre sulle note del Va pensiero di Giuseppe Verdi.

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Precursore del cinema cromatico di David Lynch, Dario Argento seduce e inquieta attraverso una fotografia dominata dai rossi e dai blu. Il colore scarlatto, tingendo i costumi, le tende e gli edifici, si fonde con il sangue delle vittime e raggiunge la massima potenza nella sequenza del dormitorio di Suspiria. Un trionfo di tonalità rosso-sangue che svela la vera natura dell’accademia di Madame Blanc.

brutale violenza

5. La brutale genialità
Nonostante la tensione predomini sull’effetto shock, gli horror di Dario Argento presentano dei notevoli guizzi gore. L’incidente stradale di Quattro mosche di velluto grigio, decapitando il serial killer in un rivoluzionario slow motion, risveglia il protagonista dal suo incubo.

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La disturbante lotta di Jennifer tra i corpi in putrefazione di Frau Brückner anticipa la grottesca rivelazione di Phenomena e l’efferata decapitazione di Marta conclude in un trionfo di sangue l’immortale Profondo rosso. In Opera Betty, costretta dal feroce stratagemma che le paralizza gli occhi, assiste all’esecuzione della costumista con un paio di forbici.

Gli omicidi di Suspiria, tra la terrificante impiccagione di una ragazza dell’accademia e la morte di Daniel, il pianista cieco divorato dal suo stesso cane, costituiscono l’instant classic dell’entertainment horror. Una brutale genialità che, sconvolgendo oggi come quaranta anni fa, eleva Dario Argento tra i maestri del cinema del brivido.

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