E’ Magda Antonioli, direttore del Master in economia del turismo dell’università Bocconi di Milano, ad anticipare i risultati di due ricerche legate al turismo di lusso e al segmento Lgbt, settori che insieme valgono circa 500 miliardi di euro. Le ricerche complete saranno presentate in occasione di Bit 2017. Turismo di lusso che non conosce crisi «ma che si evolve come concetto, che diventa esigenza di esclusività, personalizzazione e più minimalista rispetto al passato e che riserva enormi ulteriori opportunità di crescita». I dati indicano un fatturato a livello globale di oltre 1.000 miliardi l’anno: di questi 183 derivano dall’hotellerie (+4% di crescita nell’ultimo anno), 112 miliardi dal food & beverage (+4%) e 2 miliardi dal segmento crocieristico di lusso (+5%). Europa ed Africa costituiscono il 64% del bacino di origine per i viaggi di lusso: «I viaggiatori sono in gran parte indipendenti (70%), spesso turisti da short break che raggiungono gli 800 euro di spesa giornaliera; disposti a pagare per l’esperienza di un consulente che organizzi loro un viaggio su misura. Evidenziando quindi un nuovo ruolo anche per l’intermediazione». Tra le esigenze emergenti, oltre alla privacy, anche la flessibilità e proposte dedicate ai nuclei famigliari. Gastronomia, cultura e natura sono tra le componenti esperienziali più ricercate. Sul fronte Lgbt «un segmento economicamente interessante sia per gli operatori del settore sia per le destinazioni, il cui valore a livello mondiale è stimato tra i 195 e i 211 miliardi di dollari l’anno» gli spazi di crescita sono davvero ampi, in particolare «in Italia dove siamo ancora lontani dal capire le necessità della domanda». Ancora pochi i dati a disposizione, ma secondo l’indagine Lgbt2030, realizzata nel 2016 da Out Now sulle spese viaggi di un campione di 130.000 persone Lgbt residenti in 18 Paesi, la spesa aumenta rispetto ai tre anni precedenti in quasi tutti i Paesi considerati India +5,7%, Colombia +4,7% e Turchia +3,4%). «Inoltre le spese in viaggi realizzate da residenti Lgbt dei tre mercati principali – Usa, Brasile e, a sorpresa, il Giappone – rappresentano oltre la metà della quota di mercato mondiale». Un focus sull’Europa evidenzia poi come i paesi dell’Unione europea si stiano rivolgendo al pubblico Lgbt per cogliere le opportunità di questo mercato. L’analisi ha coinvolti 29 portali web ufficiali di promozione turistica degli Stati membri: 16 hanno una sezione dedicata, 13 non dispongono di sezioni specifiche e 5 (tra cui l’Italia) non fanno alcun cenno al viaggiatore Lgbt, mentre in 8 si trova qualche riferimento inserendo parole chiave.
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