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In Cina il cosiddetto Great firewall – una sorta di Grande Muraglia online – impedisce ai cittadini di collegarsi a 135 tra i mille siti più visitati a livello globale: Facebook, Google e Twitter, tra gli altri. Proprio per questo motivo le reti di telecomunicazioni private (qui si possono trovare alcuni esempi) hanno avuto una vera e proprio esplosione di popolarità nella Repubblica popolare.
Secondo un’indagine della società di ricerca e di analisi di mercato “Statista”, alla fine del 2015 erano usate da circa un terzo degli internauti cinesi. Una fetta larghissima della popolazione di fatto fuori dal controllo del governo di Pechino, che lo scorso novembre è corso ai ripari con una controversa legge sulla cybersecurity che, in nome di una maggiore sicurezza per i cittadini, ha introdotto delle regole severe per i service provider.
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Il ministero dell’Industria e dell’Informazione tecnologica ha puntato l’indice contro “uno sviluppo disordinato che richiede urgente regolamentazione e governance”, stabilendo che le società di telefonia e servizi internet non sono più autorizzate a mettere a disposizione o ad affittare linee VPN senza un’apposita autorizzazione. Il periodo di pulizia, si legge ancora nella nota pubblicata sul portale ministeriale, andrà avanti fino a marzo 2018. In pratica, le aziende dovranno regolarizzarsi chiedendo una nuova approvazione da parte del Governo. La regolamentazione, riporta il Secolo XIX, “era attesa da alcuni dei maggiori gestori di vpn, come Vypr ed Express, entrambi già al lavoro per rispettare le nuove regole, secondo quanto hanno dichiarato alcuni loro esponenti al South China Morning Post”.
La misura riguarda 731 milioni di internauti, censiti a dicembre 2016 dal Centro cinese d’informazione sulla rete internet (CNNIC). Una comunità che continua a crescere (l’anno scorso si sono aggiunti oltre 42 milioni di utenti, un balzo del 6,2 per cento) e che ancora ha espresso solo la metà delle sue potenzialità (è connesso il 53,2 per cento della popolazione totale dei cinesi). Un mercato vastissimo, alimentato dall’inarrestabile ascesa degli smartphone: nel 2016 sono stati 695 milioni gli utenti che hanno avuto accesso alla rete tramite telefono: cioè il 95 per cento degli utenti di internet. E la tendenza fa segnare un incremento a doppia cifra (+10 per cento tra 2015 e 2016).
Il fenomeno non poteva passare inosservato al vigile occhio della censura governativa. Recentemente Apple ha dovuto rimuovere il New York Times dal suo app store cinese, dopo che le autorità di Pechino hanno informato il colosso informatico che l’applicazione viola la normativa. “La richiesta dell’Autorità cinese di rimuovere la nostre app rientra nel più ampio tentativo di impedire ai lettori in Cina di accedere alla copertura indipendente del paese da parte del New York Times”, ha detto la portavoce Eileen Murphy.
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