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Abbiamo intervistato il supervisor degli effetti speciali del film di Scott Derrickson in arrivo in home video. Ecco anche una clip esclusiva
Il 28 febbraio Doctor Strange, finora il più visionario tra i film Marvel, sarà disponibile per le nostre visioni casalinghe in Blu-Ray, Blu-Ray 3D e dvd. Per l’occasione abbiamo avuto la possibilità di discutere brevemente degli effetti speciali della pellicola di Scott Derrickson – creati da un parterre impressionante composto Industrial Light & Magic, Framestore, Luma Pictures, Method Studios, Rise FX, Crafty Apes e Spov – con il supervisor Stephane Ceretti.
“Il lavoro di Steve Ditko, artista dei fumetti e co-creatore di Doctor Strange assieme a Stan Lee, è stato uno dei nostri punti di partenza”, ha dichiarato Ceretti. “In particolare Scott Derrickson e io ci siamo basati su un blacklight poster della Dimensione oscura risalente credo agli anni Settanta. Ha presente? Un tipo di poster che se illuminato mostra i suoi colori neon e fosforescenti; vibranti e vividi. Davvero splendido”.
After a year-long search, I found and purchased an original 1971 Third Eye Doctor Strange blacklight poster: pic.twitter.com/NBN08IIKpn
— Scott Derrickson (@scottderrickson) 18 dicembre 2015
Ditko ha creato l’estetica psichedelica di Strange che, dunque, è stata portata su grande schermo grazie alla tecnologia contemporanea ma, sorpresa, anche un semplice gioco per cellulari è stata fonte di ispirazione per il team all’opera sull’universo Marvel. “Importantissimo per noi è stato anche il lavoro di Mc Escher“, continua Ceretti, “perché tanta parte di quanto abbiamo costruito o decostruito ha a che fare con la nozione di prospettiva.
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Per esempio io e Scott abbiamo giocato spesso con questa app disponibile su smartphone che si chiama Monument Valley e mette in atto proprio alcuni meccanismi escheriani, chiedendoci come avremmo potuto applicare quei brillanti stravolgimenti a un ambiente come New York City”.
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I riferimenti della pellicola – che ha tutta l’aria di essere un lavoro citazionista, denso di richiami – sono comunque di respiro ampio. “Di influenze ne abbiamo avute tantissime: quella di 2001: Odissea nello Spazio, per esempio, è stata rilevante; come anche quella della saga Matrix“. E in effetti i paragoni tra Neo e Strange sono piuttosto lampanti, considerato che in un certo senso anche allo Stregone supremo viene offerta la possibilità di osservare il tessuto nascosto della realtà. “Ho lavorato molto con le sorelle Wachowski, dunque sono inevitabilmente un fan dei loro progetti, così come lo è Scott. Il senso, alla fine, era quello: intrecciare all’estetica di Strange quel che amiamo, quel che abbiamo amato”. Oltre ai fumetti, dunque, è il cinema stesso l’oggetto dei numerosi omaggi della pellicola. “Posso dire che ci piacciono i film che portano avanti grandi idee. Ovviamente un’altra citazione è Inception: l’idea dei palazzi che si ripiegano su loro stessi è tutt’altro che nuova, e noi abbiamo dovuto metterla in atto su una scala molto più ampia, ma certo, il film di Nolan è un altro piccolissimo pezzetto del puzzle”.
Alla domanda sull’inquadramento delle avventure di Doctor Strange nel sempre più vasto universo cinematografico Marvel, Ceretti sorride. “Non so nulla del futuro, e se sapessi qualcosa non potrei dirlo” racconta, “ma credo che Strange sia qui per restare e una parte del suo assurdo mondo sia destinata a riverberarsi sui prossimi film che vedremo in futuro”.
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