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La relazione di Hollywood con gli attori italiani ha vissuto alti e bassi clamorosi. Dall’amore folle tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio degli anni ‘70, al disinteresse negli anni ‘80 e ‘90, fino a una specie di timidissimo ritorno di fiamma negli ultimi anni. Di pari passo con il successo internazionale dei film italiani, i nostri volti hanno cominciato a ricevere offerte oltreoceano, possibilità che si sono tradotte in successi o insuccessi (il più delle volte) senza che mai nessuno davvero riuscisse a sfondare definitivamente in America. Come se i nostri metodi non si adattassero a quelli statunitensi.
Questa settimana è uscito nelle sale italiane John Wick 2, in cui Riccardo Scamarcio ricopre il suo primo ruolo di rilievo in una produzione americana. Impiegato come villain principale del film, è un boss mafioso italiano che lavora alla sua scalata sfruttando il talento e i problemi di John Wick. Non prende né da botte in un film tutto arti marziali e spari (il che è un peccato) ma fa una gran figura in panni che gli calzano estremamente bene e che, caso strano, non ha mai indossato nei film italiani.
Non è il primo ruolo in produzioni straniere per Scamarcio (aveva iniziato con Verso l’Eden nel 2009 e dopo diverse parti è arrivato un paio d’anni fa ad un ruolo comprimario in Il sapore del successo con Bradley Cooper), lo stesso il passaggio ad Hollywood non è semplice per un italiano. Per dimostrarlo abbiamo radunato le 10 migliori performance di un attore o attrice italiani in film hollywoodiani.
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10. Raoul Bova in Alien vs. Predator
Bova ha un volto da attore americano, ha quel tipo di ovale, di mascella quadrata e quel fisico determinato perfetto per l’azione. Per questo la partecipazione in Alien vs. Predator è così in linea e per nulla dissonante. Peccato che il film sia quello che sia…
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9. Marcello Mastroianni in Pret-à-porter
Quello che senza dubbio è stato il più famoso attore italiano nel mondo, ha lavorato poco e male in America. La sua performance più valevole, oltre che la più conosciuta, è probabilmente una delle ultime. In Pret-à-porter è affiancato da Sophia Loren e un po’ imita se stesso, un po’ si prende in giro. Ma è una versione ai minimi termini del Mastroianni che conosciamo.
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8. Valeria Golino in Rain Man
Arrivata quasi subito ai massimi livelli, in un film da Oscar con Tom Cruise e Dustin Hoffman, Valeria Golino non ha mai davvero sfruttato l’occasione. Sia in quello, sia negli altri film hollywoodiani che ha interpretato (come i due Hot Shots) appare costantemente fuori posto e non a proprio agio.
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7. Gastone Moschin in Il padrino – Parte II
Coppola racconta che era molto contento di lavorare con un attore italiano e che aspettava di concordare con lui come avrebbe interpretato il suo boss di Little Italy. Moschin invece si presentò sul set già vestito di tutto punto, pronto, aveva anche già deciso tutto del personaggio. Questo è lo stile italiano di recitare, quello di Coppola invece quello americano. Il risultato è comunque impeccabile, un po’ dandy, un po’ gigione ma lontano dalle consuete maschere dei piccoli gangster di quartiere.
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6. Sophia Loren in La contessa di Hong Kong
Dei molti film fatti in America tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio dei ‘70 quando Hollywood si era innamorata di Sophia, complice il marito produttore Carlo Ponti, il migliore è l’unico non fatto in America ma in Europa, l’ultimo film di Charlie Chaplin in cui è in scena con Marlon Brando e incarna un ruolo brillante e molto fisico, tutto corse e saltelli, lontanissimo da quel che conosciamo del suo repertorio.
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5. Sergio Castellitto ne Le cronache di Narnia – Il Principe di Caspian
Villain di del terzo film di Le cronache di Narnia, Castellitto ha dato libero sfogo a tutta la gravitas da attore europeo. Coadiuvato da Pierfrancesco Favino, aveva un’attitudine torva e una potenza silente che erano tra le cose migliori di quel film.
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4. Pierfrancesco Favino in Rush
Complice una somiglianza non da poco il ruolo di Clay Regazzoni in Rush è andato a Favino che con Ron Howard già aveva fatto Angeli e Demoni. Perfettamente in palla, completamente a suo agio e anche capace di dare il massimo con il bravissimo Daniel Bruhl, il suo Regazzoni non è un’imitazione ma un personaggio a sé.
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3. Vittorio Gassman in Sleepers
Ci sarebbe Quintet, di Robert Altman, a contendere la palma di interpretazione migliore in un film straniero nella carriera di Gassman, ma alla fine il modo in cui il suo volto invecchiato si inserisce nel resto del cast e la maniera in cui anima il più classico boss mafioso italoamericano, con una serena rilassatezza impressionante, fanno propendere per quel ruolo più piccolo e marginale. Alla fine, con la sua temperanza e la sua tranquilla fermezza, in poche scene impartisce una vera lezione di recitazione.
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2. Anna Magnani in La rosa tatuata
Ci sono un milione di buone ragioni per le quali la carriera di Anna Magnani non poteva funzionare in America, dalla ritrosia a viaggiare fino alla non conoscenza della lingua (e nessuna voglia di impararla). Tuttavia i due film che ha fatto, tratti entrambi da opere di Tennessee Williams sono, in modi diversi, epici. Particolarmente La rosa tatuata (con Burt Lancaster) che dei due è il primo e le fruttò un Oscar che non andò a ritirare. Tutto recitato senza conoscere nemmeno una sillaba di inglese ma imitando ad orecchio i suoni delle parole, è un gioiello che insegna tantissimo su come funzioni la recitazione vera, quella per la quale non ti serve nemmeno sapere esattamente il senso di ogni suono che esce dalla tua bocca ma lavori ad un livello più alto.
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1. Adolfo Celi in Agente 007 – Thunderball
Non è chiaro di chi sia stata l’idea, come sia stato scelto e da dove venisse la trovata (di certo il personaggio già di suo è italiano) ma la presenza di Adolfo Celi in Thunderball è il singolo ruolo interpretato da un attore italiano che meglio si integra in un film straniero. Con il doppiaggio che appiattisce ogni differenza non sembra nemmeno che lui venga da un altro paese, non ci sono differenze, potrebbe essere un attore americano, uno che ha sempre interpretato villain cartooneschi come sono quelli di Bond. L’esempio aureo di come si reciti in un film americano.
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