sabato, Novembre 2, 2024

5 film classici da cui vorremmo una serie tv

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Il creatore di Mr Robot Sam Esmail è un appassionato di mondi distopici, tanto che sta lavorando a un adattamento di uno dei più grandi film fantascientifici della storia, Metropolis di Fritz Lang. Realizzato nel 1927, questo film muto, grazie alla sua trama di denuncia sociale ma soprattutto alla scenografia espressionista e a dei primi, sorprendenti effetti sociali, ha influenzato generazioni e generazioni di artisti.

Nella miniserie a cui sta lavorando, ancora in primissime fasi, Esmail dovrebbe riprendere le stesse premesse dell’opera di Lang: in una società futuristica, un’enorme città è divisa fra i grandi grattacieli in cui vivono i ricchi industriali e i bassifondi, simili a catacombe, in cui gli operai sono ridotti a condizioni disumane; l’amore fra due esponenti di questi due mondi (in Metropolis il fuggitivo Feder e la salvifica Maria) sarà il motore che sovvertirà l’iniquo sistema e porterà una speranza di conciliazione.

Si intuisce come pattern narrativi universali e elementi sociali ancora attualissimi facciano della serie tratta da Metropolis un progetto sicuramente appetibile. Ma quali altri film ormai di culto vorremmo vedere declinati sul piccolo schermo?

1. 2001: Odissea nello Spazio
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Per restare nello stesso genere, anche 2001: Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick è responsabile di molta della fantascienza che conosciamo oggi. Quando uscì nel 1968 ridefinì i canoni sci-fi ma anche quelli del cinema in generale, venendo spesso considerato uno dei più grandi film di tutti i tempi.

Qual è la vera origine e la vera potenza del monolite nero? Con chi comunicava su Giove? Cos’è andato storto con l’ipoteticamente infallibile Hal 9000? Sono molte le domande e quindi gli spunti lasciati volutamente in sospeso dallo stile di Kubrick. Lo scrittore di fantascienza Arthur C. Clarke, che collaborò alla sceneggiatura e poi ne trasse un romanzo, scrisse poi tre seguiti (2010: Odyssey Two, 2061: Odyssey Three3001: The Final Odyssey), altra prova delle infinite potenzialità di questo mondo narrativo.

2. Quinto Potere
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Nel 1941 Orson Welles scrisse e diresse un altro film che oggi consideriamo fra i migliori di sempre: Citizen Kane, da noi conosciuto come Quinto potere. La storia di Charles Foster Kane, in parte ispirata al magnate dell’editoria americana William Randolph Hearst, segue la parabola di un giornalista dai grandi ideali e buoni propositi che gradualmente cede a una spietata corsa per il potere.

La commistione fra giornalismo e politica, la ricerca spasmodica delle notizie più sensazionalistiche, la manipolazione dell’opinione pubblica sono alcuni dei temi di Quinto potere che si adattano alla perfezione nella realtà di oggi. Sarebbe suggestivo, in effetti, vedere in onda una specie di House of Cards in salsa giornalistica, dove alla professione si mescolano ingerenze politiche e scandali personali.

3. Otto e mezzo
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Il capolavoro assoluto di Federico Fellini doveva chiamarsi La bella confusione: da subito, in effetti, i critici apprezzarono il caotico e onirico caleidoscopio di ambientazioni, personaggi e temi che caratterizzavano il film. Eppure il regista scelse un titolo più semplice e in qualche modo autobiografico: Otto e mezzo, perché stava realizzando appunto il suo ottavo film e mezzo (aveva realizzato sei lungometraggi e due corti, considerati “mezzi film”).

Questo è interessante perché tutta la pellicola è una riflessione metanarrativa su ciò che significa fare il regista (il Guido Anselmi interpretato da Marcello Mastroianni), come lottare contro la mancanza d’ispirazione e come creare opere d’arte sotto la pressione incessante del pubblico. Temi mai passati di moda che oggi la televisione forse è abbastanza matura per affrontare in stile felliniano, sempre considerato troppo immaginifico e frammentato per il pubblico del piccolo schermo. Basti pensare a esempi recenti come The Young Pope.

4. La finestra sul cortile
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Non sarebbe il primo adattamento televisivo di un’opera di Alfred Hitchcock: non considerando la serie di telefilm Alfred Hitchcock presenta andata in onda fra il 1955 e il 1965, in questi anni su A&E sta trasmettendo Bates Motel, la serie che segue la giovinezza di Norman Bates sulle sue orme per diventare il folle protagonista di Psycho.

Ma perché scegliere La finestra sul cortile come prossimo spin-off televisivo? Il punto di partenza è di sicuro intrigante: un fotografo è bloccato nel suo appartamento a causa di una gamba rotta ma osserva dalla finestra ciò che accade nel vicinato, raccogliendo gli indizi che incastrano un vicino uxoricida. Questo elemento chiave potrebbe essere replicato potenzialmente all’infinito, ottenendo un’ambientazione alla Mark Cherry, il creatore di Desperate Houseviwes: un quartiere che sembra perfetto ma che, osservato attraverso le sue finestre, nasconde orribili segreti.

5. Ritorno al futuro
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Spostandoci in anni più recenti, Ritorno al futuro non può forse essere considerato una pietra miliare assoluta del cinema da parte dei critici, eppure per i fan è un fondamentale di culto. Il film del 1985 ha originato una franchise che, oltre ai due sequel, comprende anche videogame, fumetti, parchi di divertimento e, in futuro, persino un musical. Senza dimenticare la serie animata della Cbs del 1991.

Sarebbe interessante riprendere il concetto della serie, questa volta in live action. Ovvio che sarà difficile rivedere Michael J. Fox e Christopher Lloyd tornare a vestire i panni dei mitici Marty McFly e Doc a bordo della DeLorean, ma ai recasting siamo ormai abituati. Senza contare che i viaggi nel tempo sono sempre stati uno degli argomenti prediletti delle serie tv e anche oggi, con debutti come Time After Time e Making History, hanno un buon seguito.

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