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Gli utenti si iscrivono, creando un profilo, e poi scelgono a quale “Sfida” (cioè progetto) partecipare: dopo averlo caricato online, dovranno fare appello alle loro forze “social” per farsi votare. I video più votati saranno oggetto di una valutazione finale da parte dell’azienda coinvolta, che decreterà il video migliore tra i 10 più votati online.
Al creatore del video vincitore verrà corrisposto un compenso di 3mila euro. Presto, saranno premiati i primi vincitori, con tanto di “assegnone” di cartone (ed è subito Carosello).
“Se poi l’azienda volesse acquisire la titolarità di un progetto, potrà farlo con una spesa aggiuntiva: così si crea un vero e proprio rapporto di lavoro”, spiega Argentero, raccontando una passione per il digitale: investe spesso tempo e risorse in progetti giovani o startup (“in alcun casi puro mecenatismo, in altri meno”, sorride), tanto che preferisce non stilare una lista.
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Una su tutte, la palermitana Mosaicoon. “Credo che il nostro caso l’obiettivo principale sia stimolare la creatività di tutti, anche creativi molto lontani dal mondo della pubblicità: sembrano sfumature, ma sono differenze sostanziali”, risponde Argentero. “Non è neanche detto che l’azienda voglia sollecitare le idee su un prodotto specifico, quanto più su un immaginario”. In un certo senso, può risultare un modo per sondare anche il terreno sugli umori del pubblico in merito a un concetto, magari prima di associarlo al marchio.
Oppure, capire come le persone credano che i prodotti possano essere raccontati senza stratagemmi che spesso alla vista risultano faticosi da digerire. “Il product placement è uno strumento importantissimo, che permette anche a me di andare sul set. Ci sono situazioni in cui viene fatto in modo figo e coinvolgente, altre in maniera decisamente meno virtuosa”
A MyVisto, realizzata con la supervisione di Mattia Carluccio — già ideatore di MyTable, venduta poi a TripAdvisor all’interno del progetto The Fork — lavorano quotidianamente una decina di persone. MyVisto guadagna con le aziende, e sono loro a pagare l’assegnone. L’evoluzione, anche infrastrutturale, è già sul piatto: “Il prossimo sviluppo sarà certamente l’applicazione che dia a chi partecipa la possibilità di riprendere e montare direttamente al suo interno”.
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