domenica, Marzo 23, 2025

10 fondamentali veri imprenditori raccontati dal cinema

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Non c’è nulla di più americano delle storie di vera imprenditoria. Sono un piccolo genere a sé, fatto di adolescenza dura, contesti di provenienza non facili, idee geniali partorite in casa o nel garage e di una serie di avventurose vicissitudini intorno ai primi anni di una compagnia che si fa strada, solitamente, in un mercato che sembra non volerla. Alle volte sono storie di geni incompresi, altri di geni molto compresi. Rispetto alle parallele storie di grandi artisti non possono terminare con un fallimento.

Per la prima volta (o quasi) The Startup prova anche in Italia a raccontare la vera storia di un’impresa di successo, con diverse libertà creative riguardo il concetto di “successo”, ma anche una volontà di mettere in piedi un’epica dell’industria italiana. Certo poi The Startup non ha la stessa scansione delle storie americane, anzi è molto italiana nel risentimento verso una società respingente, verso un mondo che non accetta questo tipo di imprese e nel mettere la famiglia al centro di tutto.

Nel mondo in cui invece gli imprenditori sono degli eroi, i film che li celebrano sono storie di formazione e passione, di fatto avventure in cui consigli d’amministrazione si sostituiscono alle battaglie.

10. I pirati della Silicon Valley
Gli imprenditori per antonomasia dell’era moderna, pionieri di un mondo che all’epoca del film ancora doveva esprimere il massimo del suo potenziale ma già aveva la drammaturgia giusta.

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Arroganza, senso del tradimento, ardore giovanile e un misto tra ingenuità e furbizia erano e sono ancora le caratteristiche della storia degli imprenditori della tecnologia.
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9. Tucker – Un uomo e il suo sogno
Tra tutte questa è l’unica grande storia vera di fallimento, cioè di Tucker che cercò di inserirsi nel mercato dell’auto con un modello nuovo, diverso e moderno ma che fu distrutto dalle grandi industrie del settore. Non c’è niente di più rivoluzionario e anarchico, in America, di fare un film (per giunta tratto da una storia vera) che afferma che non è vero che con una buona idea non puoi non avere successo.
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8. The Big Short
Storia di ascesa e tracollo, di disperazione delle grandi banche ma di successo di chi è riuscito a prendere la grande crisi dei nostri anni. Con un immotivato e spesso fuori luogo tono di commedia, The Big Short cerca di mettere a nudo i problemi del modello capitalista statunitense ma nel farlo non riesce a non esaltarne delle parti.
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7. Joy
Nessun imprenditore in questa lista partiva da più in basso di Joy Mangano, tenuta a freno da una famiglia amorevole e spietata, vessata dalla vita e impossibilitata ad esprimersi davvero dalle contingenze. Proprio per questo la storia di come con l’invenzione di uno scopettone abbia cambiato la sua vita ha la forza che ha.
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6. The Founder
La maniera in cui Ray Kroc viene raccontato in The Founder, come abbia cioè creato l’impero MacDonald’s senza aver inventato quasi nulla di quello che l’azienda produce, è la perfetta manifestazione dell’idiosincrasia del modo in cui l’America racconta i propri imprenditori. Kroc non è un esempio positivo eppure la sua storia ha senso solo perché è una storia di successo. Per criticare il sistema non si può comunque prescindere dal fascino del successo.
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5. Wardogs
Imprenditori è una parola forte, di certo hanno cercato di mettere in piedi un’attività sfruttando la corsa alle armi che caratterizza sempre l’America. La storia di due poco più che ventenni e di come si siano riempiti le tasche con il più scalcinato dei traffici d’armi internazionali, è una carrellata di grottesco che sembra però avercela più con la maniera in cui certe pratiche sono portate avanti dal governo che con la sete di denaro a tutti i costi in sé.
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4. SmoKings
Storia italianissima che non fa eccezione nel raccontare il successo solo se prelude ad un magnifico fallimento. I due fratelli Messina sono i proprietari di Yesmoke azienda che ha fatto di tutto per danneggiare le grandi industrie di sigarette producendone di proprie ma a costi così bassi da ammazzare il mercato e costringe i grossi player ad abbassare anche i propri prezzi. Non è un film di finzione ma un documentario che segue l’atteggiamento battagliero di due persone che hanno in testa solo il vincere una battaglia che pare impossibile.
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3. The Social Network
Aaron Sorkin con questo copione ha scritto il piano regolatore dei film a venire che si sono occupati dei nuovi magnati della rete. L’università lasciata, la dedizione, l’idea sovrastata dall’atteggiamento spietato, il grande cinismo e la più totale mancanza di idealismo. The Social Network è la storia di una battaglia legale che lascia solo, ricco e svuotato il suo protagonista.
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2. Wolf of Wall Street
L’ossessione del denaro di Jordan Belfort, l’uomo che ha creato il meccanismo più deleterio della finanza americana, messo fuori gioco dall’FBI dopo anni di profitti oltre l’immaginabile e uno stile di vita proibitivo per chiunque. Martin Scorsese guarda il mondo della speculazione finanziaria e ci vede Sodoma e Gomorra in una maniera così convincente da girare un intero film come fosse sotto effetto di cocaina. La creazione di un impero visto come un unico grande amplesso.
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1. Quarto potere
Il magnate novecentesco per antonomasia: Charles Foster Kane, in realtà ispirato a William Randolph Hearst. Padrone di giornali e detentore di un potere mediatico che gli consentiva anche di promuovere come cantante la moglie, nonostante non lo fosse. Per Orson Welles quello era l’esempio del titano del suo tempo, l’uomo potentissimo da ammirare nei suoi difetti, da temere e guardare mentre si autodistrugge, desideroso di avere tutto.
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