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Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il Documento di economia e finanza 2017 (Def): un passaggio atteso ogni anno, non solo per l’attualità stringente ma in quanto specchio delle prospettive e degli sviluppi sul medio lungo termine, letti attraverso lo strumento di programmazione della politica economica del governo.
Nel caso italiano, ma non è una novità, la priorità è quella di continuare a crescere in maniera stabile, ma sempre nel guardando a quei parametri che dovrebbero contribuire alla sostenibilità delle finanze pubbliche. Per il 2017, secondo quanto annuncia il Governo, si conferma una previsione di crescita dell’1,1%. Per il deficit, la prospettiva è quella del 2,1% entro la fine di quest’anno: “numeri di un percorso graduale che va ancora compiuto e che nelle nostre prospettive andrebbe accelerato”, ma “si tratta di previsioni conservative, prudenti” come spiegato dal premier Gentiloni nella conferenza seguita al consiglio dei ministri, nella serata di martedì 11 aprile.
Il Def si articola in tre sezioni: programma di Stabilità dell’Italia (che definisce il quadro macro conomico) , analisi e tendenze di finanza pubblica, programma nazionale di riforma: secondo il ministro delle finanze Padoan, si ribadiscono in quest’ultimo i pilastri dell’agenda di riforme strutturali del governo che hanno a che fare “con la contrattazione decentrata, con la legge sulla concorrenza, la lotta alla povertà e il programma di privatizzazioni”.
Altro elemento di novità, nel Def 2017, l’inclusione di quattro indicatori di benessere equo e sostenibile, “come parte integrante della strategia economica, che nel futuro rappresenteranno misuratori del come questi obiettivi vengono ottenuti dal governo”. Si tratta del reddito medio disponibile, dell’ indice di diseguaglianza, del tasso di mancata partecipazione al lavoro e dei parametri relativi alle emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti. Per programmare la politica economica, gli obiettivi correlati al Pil non bastano più, per quanto l’aumento del prodotto interno lordo sia sempre auspicabile, ma bisogna allargare il cerchio ad altre dimensioni. Il Governo ha quindi, come era stato anticipato dal ministero dell’Economia e delle finanze, deciso di anticipare in via sperimentale l’inserimento di un primo gruppo di indicatori nel processo di bilancio, nel documento di programmazione e finanza: non si tratta solo di misurare degli andamenti in un confronto tra prima e dopo, ma di fissare obiettivi programmatici.
Il Def 2017 sarà trasmesso alla Camere, che dovranno approvarlo. Ulteriore passaggio, l’invio al Consiglio dell’Unione Europa e alla Commissione, che segue quello parlamentare: il tutto entro il 30 aprile.
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