lunedì, Gennaio 20, 2025

Le idee che stanno cambiando l’agricoltura

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Alla conferenza Seeds & Chips di Milano molte idee per l'agricoltura di precisioneAlla conferenza Seeds & Chips di Milano molte idee per l’agricoltura di precisione

A una prima occhiata la successione di macchie gialle sembra un abbozzo disordinato di colore su sfondo nero. Ma basta guardare bene per riconoscere la silhouette di una pannocchia. Le macchie altro non sono che la rappresentazione dei chicchi. L’immagine fotografa lo stato di salute della pannocchia e il suo stato di maturazione. Lo schema della pannocchia è un’istantanea, scattata con un paio di Google Glass e sottoposta all’analisi di un software che studia l’aspetto dei chicchi e ne diagnostica le qualità. Chi non ha un paio di occhialini di Google può adoperare le fotografie scattate con uno smartphone o un tablet e caricare l’immagine in una app.

Craig Ganssle passa le sue giornate tra i contadini degli Stati Uniti per spiegare loro come possano utilizzare lo smartphone in modo intelligente per il proprio lavoro. “Spetta a te decidere se vuoi trattarlo come un giocattolo o come uno strumento”, racconta il fondatore l’amministratore delegato di Basecamp Network, startup made in Usa che sviluppa sistemi cloud e software di precisione.

A Milano, nello stand che ha opzionato a Seeds & Chips, conferenza internazionale che riunisce alla Fiera di Rho innovatori e startup della filiera agroalimentare, Craig sfoggia un paio di Google Glass. L’applicazione si chiama Intelliscout. Il software raccoglie dati sulla coltivazione inquadrata, li compara con un benchmark e fornisce osservazioni dettagliate sulla crescita, sulla causa di malattie, sulla percentuale di pesticidi.

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La app integra le previsioni del clima e fornisce immagini di una pianta sana che si possono sovrapporre alla foto della propria per compararle, guardandola da uno smartphone o da un tablet.

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L’agricoltura ha da sempre fame di dati per migliorare le proprie prestazioni. Per secoli sono state interrogate le fasi lunari per avere un raccolto più propizio. Adesso gli oracoli dei contadini rispondono al nome di internet delle cose, big data, robotica, intelligenza artificiale e sono più affidabili. Tanto che l’agricoltura di precisione è diventata una branca promettente per chi vuole fare affari con la terra. La società di consulenza Roland Berger, in un rapporto del 2015, calcola che dal 2014 al 2020 la spesa per il precision farming nel mondo raddoppi, da 2,3 miliardi di euro a 4,5 miliardi e migliorare le rese dei terreni, visto che entro il 2050 la popolazione mondiale dovrebbe raggiungere quota 9 miliardi di persone. Negli Stati Uniti, dove la tecnologia ha un’adesione precoce, il tasso di crescita è del 5%, mentre in Europa si registrerà un aumento del 15%, in Asia del 21% e in Sud America del 20%.

Nel quinquennio 2015-2020, secondo Roland Berger, si svilupperanno in particolare sistemi automatici di coltivazione, i droni, i sistemi di monitoraggio dei campi, la sensoristica sul suolo. Per la società di consulenza le masse di dati raccolte alimenteranno nuovi sistemi di previsione e pianificazione delle culture e intere schiere di robot agricoli entro il 2030.

Ora, però, l’urgenza principale è risparmiare. E fornire soluzioni semplici, che anche i più reticenti o poco avvezzi alla tecnologia possa essere interessati ad adottare. In Ovo, per esempio, è una startup olandese che ha trovato la soluzione per impedire che ogni anno “3,2 miliardi di pulcini siano uccisi”, spiega il direttore, Wouter Bruins. È il macabro destino dei pulcini maschi delle galline ovaiole. L’industria li sopprime perché allevarli costerebbe il doppio, ma i governi stanno iniziando ad alzare la voce contro questa pratica. Germania e Belgio, ad esempio, hanno varato misure contro l’uccisione di questi animali. La startup ha messo a punto un test che attraverso un semplice marcatore biochimico distingue le uova che genereranno pulcini maschi da quelle con femmine. “Si lasceranno schiudere solo queste uova – spiega Bruins – mentre le altre saranno destinate alla commercializzazione”.

L’accuratezza è del 95% al momento, ma la stiamo aumentando al 99,9%”, prosegue il direttore. La startup di Leida ha ricevuto finanziamenti dal ministero olandese dell’Economia e ora sta testando a livello industrale il proprio esame, che dà risultati in una manciata di secondi.

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Gli americani di Fieldin si sono concentrati sugli sprechi di pesticidi, dimostrando, dati alla mano, che spesso lo spruzzo a pioggia di spray chimici non sortisce gli effetti sperati perché non arriva alla giusta destinazione. “Nel mondo si spendono 14 miliardi di dollari in pesticidi, ma una spruzzata ogni quattro è inutile”, osserva il vicepresidente, Eyal Amit. La loro app, presentata a Seeds & Chips, permette di “tagliare del 15% le irrorazioni, del 20% gli sprechi e del 10% i prodotti che non possono essere venduti”.

Una precisione più accurata del 5% nei calcoli sulle rese del proprio campo permette di guadagnare fino a 18.500 dollari in più a settimana”, osserva Marisa Rowland, della startup Arable Labs, che sviluppa software di analisi dei big data in agricoltura. L’Istituto italiano di tecnologia, lo stesso che si occuperà di guidare il tecnopolo delle scienze umane nell’ex area Expo di Milano, ha sviluppato bioplastiche dagli scarti delle carote o del cavolo. “È un film plastico prodotto al 100% con la carota”, spiega Giovanni Perotto, post dottorato all’Iit. I residui del caffè vengono adoperati per creare spugne che ne esaltano le proprietà di assorbire metalli pesanti, rendendole utili per ripulire aree inquinate. All’istituto genovese sono state brevettate anche gomme biodegradabili, all’80% a base di scarti vegetali. Un domani potrebbero sostituire le migliaia di vasetti di plastica neri con cui si trasportano le piantine da un vivaista a casa, eliminando un rifiuto pesante.

Applicazioni delle bioplastiche e delle biogomme sviluppate dall'Istituto italiano di tecnologia (Luca Zorloni per Wired)Applicazioni delle bioplastiche e delle biogomme sviluppate dall’Istituto italiano di tecnologia (Luca Zorloni per Wired)

In senso allargato, l’agricoltura di precisione sta diventando anche un sistema per ottimizzare meglio le risorse presenti. Come il tempo o l’acqua, due variabili decisive per chi lavora la terra. Dnaphone, startup nata all’ombra dell’università di Parma, ha brevettato un laboratorio portatile per le analisi del vino. Acquistato il kit di reagenti, il dispositivo e scaricata la app, si possono effettuare esami otto esami, da colore a parametri come acido acetico o glucosio. “È pensata per gli enologi, ma stiamo pensando di evolvere i test per olio e succhi di frutti”, osserva Davide Nigro, dello staff della startup.

Il prototipo del pozzo di Water Wells (Luca Zorloni per Wired)Il prototipo del pozzo di Water Wells (Luca Zorloni per Wired)

Un contadino sta testando il sistema per pozzi d’acqua di Water Wells, startup incubata dal Politecnico di Torino. In genere i pozzi hanno un tubo di mandata, inserito all’interno di quello di scava, dove scorre l’acqua che una pompa spinge verso l’alto. Il tubo di mandata ha, secondo Water Wells, un peccato originale. “Riduce il diametro dello scavo e, di conseguenza la portata”, spiega Stefano Stracquadanio, ricercatore. In sostanza, dato che si tratta di un tubo inserito in un altro tubo, occupa spazio utile che potrebbe essere adoperato per pompare più acqua verso l’alto. “La tubatura inoltre genera batteri e richiede costanti sanificazioni”, precisa Stracquadanio. La startup ha rinunciato alla tubazione, agganciando la pompa a una catena. “Dato che la pompa deve lavorare di meno, perché il tubo ha maggiore capacità, si risparmia dal 10% al 60% in bolletta”, è la conclusione di Water Wells. Dopo aver installato i primi brevetti in un pozzo di una società imbottigliatrice, Drink Cup, e in uno dell’acquedotto di Perugia, Water Wells ha avviato una partnership con Cap Holding, che gestisce il servizio idrico in provincia di Milano. Il test partirà da Melegnano.

Il Parlamento europeo ha acceso i riflettori sull’agricoltura di precisione. Uno studio dello scorso dicembre evidenzia che dal 2005 al 2013 le fattorie del Vecchio continente si sono ridotte del 3,7% ogni anno e negli ultimi tre anni (2010-2013) sono passate da 12 milioni a 10,8 milioni, mentre l’area media in possesso di un singolo tenutario è cresciuta da 14,4 ettari a 16,1. L’Europa produce da sola gran parte dei prodotti che consuma, ma l’aumento della popolazione mondiale chiama in causa sistemi per far fruttare meglio la terra e ridurre gli sprechi. Ciò che promette l’agricoltura di precisione, per l’appunto.

Per garantire la sicurezza alimentare entro il 2050, il fattore totale di produttività agricolo deve crescere ogni anno dell’1,8%, ma gli studi statistici comunitari evidenziano che fino al 2002 l’indice è aumentato dell’1,6% annuo e dal 2002 al 2011 dello 0,3%. Quindi, conclude il Parlamento europeo, “la produttività agricola europea deve crescere per mantenere gli stessi risultati“. Inoltre, conclude lo studio, l’agricoltura di precisione consoliderà la forza lavoro nelle campagne, dando impiego a figure professionali come il geo-ingegnere, il fattore dell’energia, l’allevatore di insetti, il pharmer (che integra la figura del contadino con quella del biotecnologo) e l’esperto del web.

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