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È una questione di vista: rispetto agli altri avvoltoi, i testabianca hanno sviluppato una maggior capacità predatoria, dunque sono più abili nel notare oggetti in movimento e nell’evitare gli ostacoli
Nella maggior parte dei casi gli avvoltoi hanno sviluppato ottime capacità di identificare carcasse al suolo, ma una pessima abilità nel guardare dritto davanti a sé. Così, mentre stanno osservando il suolo con grande attenzione, può capitare che qualche esemplare finisca contro una pala eolica, una turbina di un aereo o un traliccio dell’alta tensione.
Per sviluppare una vista così acuta verso il basso, infatti, gli avvoltoi si sono evoluti in modo da non essere infastiditi dalla luce solare. Ciò però significa che non riescono a vedere bene dove stanno volando e, in un momento storico in cui i cieli sono occupati anche da opere artificiali, questo deficit può diventare un serio problema di sopravvivenza.
Gli unici a non finire vittima di questi scontri frontali sono gli avvoltoi testabianca. Da un’analisi della vista, i ricercatori hanno scoperto che possiedono caratteristiche molto simili a quelli delle aquile, dunque sono più adatti all’attività predatoria e ai repentini cambi di direzione.
Sfortunatamente gli avvoltoi testabianca sono anche i più vicini all’estinzione, a causa degli avvelenamenti deliberati di cui sono vittima in Africa.
(Reuters)
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