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Nelle intenzioni del partito, la app Pd Bob dovrebbe rappresentare la via per inaugurare un nuovo corso, una sorta di “ecosistema digitale di riferimento“ per la partecipazione da parte dei militanti, che dovrebbero usarla per sostenere, partecipare e capire meglio cosa succede. Per partecipare, però, bisogna comunque dichiarare o meno se si accetta la carta dei valori Pd o se si intende votare il partito.
Sulla app, spazio all’informazione mediata dal partito, come logico, anche via video. Anche a prima mattina: la app, scaricabile da ieri sugli store digitali, è destinata infatti a ospitare l’appuntamento con Ore Nove, in diretta anche sui profili social: un piccolo approfondimento con un dirigente del Pd (alla prima, andata in scena stamane, c’era ovviamente di scena il segretario Renzi).
Il progetto Bob deve anche servire, almeno da annunci, a individuare un responsabile digitale per ognuno dei seimila circoli del Pd e quindi avere un punto di vista territoriale al servizio di questa visione digitale.
La app viene definita quindi come “la prima tappa del progetto Bob” , “un luogo, una piattaforma telematica nella quale nei prossimi mesi lavoreremo insieme”.
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Già non manca qualche prima critica, piuttosto pesante, da chi la prova e si trova davanti a meccanismi che non funzionano o che forse non sembrano portare l’applicazione a creare una nuova frontiera del genere. C’è chi promuove l’interfaccia ma constata la presenza di bug riguardanti la condivisione delle news sui social. E chi chiede di svilupparla ancora, per consentire l’iscrizione via app ad esempio. Insomma, la partita del digitale per il Pd pesa ma, come detto dal segretario, bisogna lavorarci sopra.
#direzionepd @matteorenzi “vorrei che fosse chiaro che le porte sono spalancate per chi ha idee, proposte. Per questo parte l’app #Bob“
— Senatori PD (@SenatoriPD) 30 maggio 2017
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