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Ma il Trentino è anche terra di vini rossi, talvolta emozionanti. Persino tagli bordolesi, ma di montagna, come per esempio il Trentino Superiore DOC Rosso Riserva Trilogia, di Grigolli Bruno a Mori Vecchio, un borgo non lontano da Trento. Questo vino è un blend di grande equilibrio di Cabernet Franc, Merlot e Cabernet Sauvignon. Tre vitigni internazionali che anche da queste parti hanno incontrato da moltissimo tempo suoli, terroir e microclimi vocatissimi.
In Alto Adige pure non manca il divertimento di scoprire e riscoprire e soprattutto stappare bottiglie memorabili. Frutto di un’arte vitivinicola secolare e sapiente, che magari a volte parte pure dal basso. Non intendiamo l’altitudine, ma l’operosità di piccoli vignaioli. Ma anche di famiglie storiche non meno legate al territorio. L’insieme è quindi una viti-cultura con una impronta profondissima. Sia per quanto riguarda i numerosi vitigni autoctoni sia i vitigni internazionali, sia i bianchi sia i rossi.
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E quando nell’Alto Adige Südtirol si dice Mazzon, frazione del comune di Egna, subito il pensiero di ogni appassionato di vino va al Pinot Nero. Praticamente un Cru con terroir vocatissimo per il vitigno che una manciata di produttori si “contende”. È una sfida, a suo modo, a chi ottiene livelli di qualità superiore agli altri. Ogni annata è come una Olimpiade tra vignaioli. Chi scrive non assegna alcuna medaglia, ma dalla nostra cantina abbiamo estratto una bottiglia che sarebbe un peccato e un errore non condividere. Parliamo del Pinot Nero Mazzon Riserva della cantina Brunnenhof di Johanna e Kurt Rottensteiner. Un vino, forse, non muscoloso, ma dotato di vibrante energia e armonia.