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Da una parte l’altissimo tasso di personalizzazione garantisce agli artisti di connettersi con i fan, aumentare il loro coinvolgimento e avere carta bianca in termini di interazione e capacità di interagire; dall’altra, le case discografiche possono monetizzare con eventi privati, riedizioni 3D di vecchi concerti o nuove esibizioni di artisti deceduti. Immagina di poter rivivere Woodstock come se fossi uno dei milioni di partecipanti o di poter assistere quasi “dal vivo” ad un concerto di Jimi Hendrix, Jim Morrison o Amy Winehouse.
Da quando Tupac calcò il palco insieme a Snoop Dogg e Dr.Dre al Coachella 2012 – 16 anni dopo la sua morte – la tecnologia ha fatto passi da gigante nella simulazione e nella creazione di personaggi in tempo reale raggiungendo la capacità di ricreare rappresentazioni olografiche di artisti scomparsi, consentendo loro di continuare a creare, influenzare e esibirsi per il pubblico futuro. Anche gli Abba hanno abbracciato questa nuova tecnica per tornare sul palco 40 anni dopo l’ultima esibizione registrata l’11 dicembre 1982: il gruppo svedese ha prestato la propria voce registrando un concerto in un teatro di Londra, mentre al resto ha pensato la Industrial Light and Magic di George Lucas che ha ricreato i corpi e i volti di Benny, Björn, Frida e Agnetha come se fossero giovani di 30 anni, sollevando un interessante enigma su come si contrasterà la mortalità umana degli Abba con la loro (potenziale) immortalità nel metaverso.