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Non ha mancato di suscitare reazioni, e ci fa piacere che sia così, la recente intervista rilasciata alla nostra testata da Graziano Debellini. In estrema sintesi, il presidente di Th Resorts evidenziava i propri dubbi in merito non tanto alla valenza oggettiva, quanto alle tempistiche di lancio di un progetto di smart hotel griffati Lindbergh, gli Homie, che prevede la realizzazione di smart hotel senza praticamente personale, se non l’addetto alla reception. Il suo ragionamento puntava a sottolineare la necessità, in questo momento delicato in cui non pochi talenti hanno deciso di lasciate il comparto per cercare impiego altrove, di concentrarsi piuttosto sulla valorizzazione e sulla promozione di tutte quelle professioni che ruotano attorno all’hotellerie: le sole atte a garantire, a sua detta, la vera qualità dell’ospitalità. Pronta è quindi arrivata la replica del presidente di Lindbergh Hotels & Resorts, Nardo Filippetti. Pubblichiamo quindi volentieri qui di seguito la lettera che abbiamo ricevuto ieri sera in redazione:
“Spett.le Redazione,
ho letto con un certo stupore l’intervento dell’amico Graziano Debellini, circa il nostro progetto Homie, che in questi ultimi giorni ha occupato le pagine dei principali giornali locali e di settore. Per sgombrare il campo da polemiche sterili, che strappano titoli a effetto senza conoscere a fondo l’essenza dell’argomento, ritengo doveroso chiarire meglio la filosofia di questa nuova sfida e fornire così informazioni complete alla sua disamina, favorendo un confronto edificante.
In primis, è bene sottolineare che il gruppo Lindbergh Hotels, in un difficile periodo di crescita postpandemica, ha deciso di investire in diverse linee di prodotto, come dimostra anche il nostro attuale portfolio di strutture, che vanta dai villaggi vacanza, ai boutique hotel, dai business hotel agli smart hotel (ovvero il progetto Homie). In questo scenario, è chiaro come l’obiettivo di questo sviluppo parta dal presupposto che l’ospitalità per noi sia un universo dinamico, eclettico e in continua evoluzione. Per una serie di target trasversali con necessità interscambiabili. La stessa persona, per differenti scopi di viaggio, potrebbe alloggiare in un villaggio per una vacanza con la famiglia, in un boutique hotel per festeggiare un anniversario speciale o in uno smart hotel per una notte di lavoro. Il denominatore comune di queste strutture ricettive, per noi è nella qualità dell’alloggio.
Ogni linea di prodotto, di contro, si distingue per delle proprie peculiarità. I boutique hotel, come per esempio nel nostro Excelsior a Pesaro, oltre al design, alla massima cura dei dettagli e degli arredi, indirizzano la loro offerta a una clientela esigente, i cui desiderata sono soddisfatti soprattutto grazie alla professionalità, empatia e dedizione al servizio del nostro staff. Qui l’eccellenza dell’offerta è nella professionalità e passione dei nostri collaboratori, sui quali investiamo costantemente per garantire loro formazione e crescita.
La collection dei resort, come per esempio il nostro Cala della Torre in Sardegna, offre una gamma di servizi, dalla ristorazione all’animazione, in cui l’attenzione all’ospite risulta essere la parte determinante dell’esperienza di vacanza. E senza la componente umana del servizio e della relazione con il cliente, la sua soddisfazione non verrebbe di certo esaudita.
Negli hotel del brand Homie, invece, abbiamo scelto di puntare sulla qualità dell’alloggio a un prezzo conveniente e abbiamo riassunto l’essenza di questa filosofia in una semplice espressione: lusso accessibile. Tecnologia e automazione per un ambiente smart, in cui il viaggiatore seriale trova: il massimo comfort dei materassi con topper, uno spazio doccia ampio, una televisione da 50 pollici e la possibilità di riposare in una camera insonorizzata, dal design gradevole e funzionale. Qui la scelta non è tanto quella di proporre un hotel senza personale, quanto quella di offrire un’esperienza di pernottamento essenziale, di qualità, a un prezzo medio di 55 euro a notte, per camera. Lounge conviviale, spazi per il coworking, vending machine per uno snack veloce o un caffè, distributori di ghiaccio, fibra ottica: tutto quello che è funzionale a un target di viaggiatori minimal e millenials.
Chiarito questo, nel rispetto dell’identità del progetto, poco capisco il senso di un titolo così roboante quale “Gli hotel senza personale sono la tomba dell’ospitalità”, quando del resto esistono da sempre hotel che offrono come trattamento room only (anche nel segmento lusso), dove la qualità del soggiornare non è di certo garantita dalla presenza del personale. Da tempo sostengo, scrivo e cerco di sensibilizzare il nostro mondo alle problematiche legate alla professionalità del personale alberghiero, che non può trovare la giusta occupazione, in termini di salario e durata di impiego, senza puntare sulla destagionalizzazione, in un calendario in cui le vacanze restano dettate dalle ferie scolastiche. Da tempo ribadisco, anche nelle sedi istituzionali, come la professionalità alberghiera sia minacciata dalla mancanza di continuità, vista la crescente difficoltà di tenere aperte strutture ricettive annuali. O almeno per otto mesi consecutivi. Mi sono poi sempre speso per sottolineare quanto sia fondamentale istruire, formare ed educare all’ospitalità, per elevare la qualità dei servizi e soprattutto evitare la fuga all’estero delle professionalità alberghiere.
Anche quest’anno per altro, il mio gruppo, sensibile all’esigenza di selezionare e formare lo staff delle strutture, ha organizzato giornate di recruiting e academy in diverse location sul territorio nazionale. Quanto chiarito sopra, mi solleva da qualsiasi futile polemica e sono grato a questo momento di discussione, che mi ha permesso di mettere a fuoco ancora di più l’essenza del mio progetto e ha rafforzato le convinzioni che sostengono la mia passione per l’ospitalità, in tutte le sue forme.
Nardo Filippetti
Presidente Lindbergh Hotels & Resorts”