domenica, Settembre 8, 2024

La guerra dei poveri: identikit dei soldati che Putin manda in Ucraina

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Nelle cronache di guerra e nei tanti filmati postati su Telegram da account ucraini, si vedono spesso soldati russi dai tratti asiatici. Appaiono tra i prigionieri, nelle cronache delle razzie e sono anche stati accusati di essere gli autori dei crimini di Bucha, benché poi un’inchiesta del Manifesto abbia smentito la ricostruzione e mostrato che quei militari, yakuti, dalla loro regione nell’estremo oriente della Russia non si erano mossi. I soldati finiti in foto e video su Telegram vengono in gran parte dalla Buriazia, una regione situata tra il lago Bajkal e la Mongolia nella Siberia orientale. Sono descritti come i più feroci tra i soldati di Putin da molti inviati di guerra. In realtà non sono i più feroci, sono semplicemente i più disperati, i più poveri. Sono la carne da macello, o se vogliamo “da cannone” russa che proviene dalle zone più remote dell “impero”. Non sono i soli, a fargli compagnia ci sono i popoli del Daghestan. Insieme, a leggere le statistiche, hanno un primato in questa guerra: quello dei morti. 

Tra i soldati russi morti in Ucraina sono infatti loro, rispettivamente primo il Daghestan e seconda la Buriazia, a contare il maggior numero di soldati caduti. Secondo le stesse stime, per quelli provenienti da Mosca e San Pietroburgo, che insieme formano il 12% della popolazione russa, la percentuale è invece vicina o uguale a zero. Per spiegare questa enorme disparità si possono citare almeno tre motivi: preferenze etniche, strategie di politica interna e situazione economica.

Le minoranze in prima fila

Secondo alcuni analisti, per evitare un’eventuale “fraternizzazione”, il presidente russo Vladimir Putin preferisce mandare in Ucraina uomini che non hanno vincoli con il popolo aggredito. Un po’ come i macellai ceceni di Kadyrov, i vicini del Daghestan, e appunto i soldati delle lontana terre siberiane. Sono le popolazioni non slave della Russia, quindi quelle meno vicine agli ucraini in tutti i sensi. Sono invece tantissime le relazioni di parentela,  amicizia, business tra russi e ucraini  quando si parla di residenti di città come Mosca o San Pietroburgo. 

Il secondo, connesso direttamente al primo, potrebbe essere di politica interna. Risparmiando i cittadini di Mosca e San Pietroburgo, Putin evita che eventuali perdite dei suoi uomini facciano più rumore del dovuto in città che potrebbero manifestare qualche malumore di troppo per una guerra che già non è ben vista. I figli di Mosca e San Pietroburgo non sono i figli di Ulan-Udė, capitale della Repubblica autonoma dei Buriati, né di Makhachkalà, capitale del Daghestan, la cui voce si perde nelle steppe siberiane o tra le montagne del Caucaso.

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