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È andata anche la seconda semifinale dell’Eurovision Song Contest 2022, che con la serata di giovedì 12 maggio (in diretta mondiale) ha decretato quali sono gli altri dieci finalisti (dopo i primi di martedì) che nella finale di sabato se la vedranno con i Big 5: in palio c’è la vittoria al festival internazionale, quest’anno ospite del nostro paese.
Nella seconda semifinale abbondava la quota di cantanti italiani, non tanto per Mahmood e Blanco, che si esibiranno direttamente nella finalissima, come da regolamento. Toccava, invece, ad Achille Lauro (per San Marino) e alla maltese Emma Muscat (nota anche in Italia) e, proprio per questo motivo, il regolamento ha proibito all’Italia di votare per evitare possibili prevalenze. Morale, la giuria (del pubblico) internazionale ha deciso: fuori dall’ESC (nel senso che non hanno superato le selezioni) sia Lauro che la Muscat.
In compenso, sono stati selezionati altri dieci artisti che rivedremo, insieme ai primi dieci e ai Big 5, sul palco della finale di sabato 14 maggio. Come di consueto, di seguito le nostre pagelle senza voto: sono commenti a caldo sui a tutti i diciotto artisti della seconda semifinale dell’ESC.
Eurovision Song Contest 2022, le pagelle della seconda semifinale (in ordine di esibizione)
FINLANDIA: The Rasmus – Jezebel
La vita regala belle sorprese, come ritrovare (almeno per i Millennials) sul palco dell’ESC i The Rasmus tot (meglio non contarli) anni dopo i tempi in cui erano un fenomeno emo-rock e scoprire che portano ancora le stesse penne nere tra i capelli e cantano praticamente la stessa canzone. Con una variante, rappresentata dalla scenografia con Pennywise.
ISRAELE: Michael Ben David – I.M
Voce da crooner, look da Freddie Mercury e grande teatralità nella performance, ma il brano non rimane più del tempo dell’esibizione.
SERBIA: Konstrakta – In Corpore Sano
Più di una canzone, è una performance che rimanda a Marina Abramovich, con un dichiarato intento satirico di denuncia sociale sulle condizioni degli artisti (e della loro mancata assicurazione sanitaria) in Serbia. Coraggiosa e particolare.
AZERBAIJAN: Nadir Rustamli – Fade To Black
Ballad emotivamente coinvolgente, performance drammatica al punto giusto e ottime doti vocali del cantante: l’arrangiamento non è dei migliori, ma nel complesso il pezzo, anche senza essere particolarmente originale, funziona bene.
GEORGIA: Circus Mircus – Lock Me In
Willy Wonka incontra gli Slipknot e Chewbacca a un rave. Il gruppo è senza dubbio d’impatto, ma la confusione è tanta, come il loro brano, che forse aspira al rock anni Settanta.
MALTA: Emma Muscat – I Am What I Am
Già nota e amata dal pubblico italiano per la sua partecipazione ad Amici, la cantante porta un brano pop molto fresco e piacevole, peccato che sia qualcosa di arci-già-sentito.
SAN MARINO: Achille Lauro – Stripper
Per il pubblico italiano nulla di nuovo per la canzone (che cita da Britney Spears ai Depeche Mode, da Madonna ai Clash), ma di certo Lauro sa come ovviare a qualche carenza vocale con doti da performer (questa volta con tanto di cavalcata su un toro meccanico).
AUSTRALIA: Sheldon Riley – Not The Same
È un pezzo molto intenso e sentito, sulla sindrome di Asperger e una sessualità “diversa”, quello del cantante australiano, che unisce a un brano struggente una scenografia d’effetto, compreso il gesto finale di togliersi la maschera.
CIPRO: Andromache – Ela
La cantante (greca) emerge da una scenografia simil-conchiglia e inguainata simil Venere del Botticelli, per portare una canzone che suona arabeggiante (anzi, turca, Maglioglio dixit) che, però, lascia il tempo che trova.
IRLANDA: Brooke – That’s Rich
Convintissima e purtroppo non altrettanto convincente, la cantante regala un brano pop-dance che rimanda alla più famosa Dua Lipa.
MACEDONIA DEL NORD: Andrea – Circles
Il pezzo R’nB’ è molto intenso e la cantante ha una voce avvolgente, anche se si avverte qualcosa di già sentito, ma è innegabile il valore del brano.
ESTONIA: Stefan – Hope
Del cantante viene detto che nel 2020 è stato l’uomo più sexy dell’anno, ma sul palco si assiste a un curioso incontro della sua voce profonda con una ballata western da cowboy estone con accordi esotici. Interessante.
ROMANIA: WRS – Llámame
Ricky Martin della Romania (anche qui, Malgioglio – in qualche modo – dixit): il ballerino-cantante porta una latin dance in spagnolo e inglese, con coreografia da flamenco. Un brano gipsy che fa da fil rouge (come la sua camicia) tra Romania e Spagna. Quando si dice “Europa unita”.
POLONIA: Ochman – River
Tutto il mondo è paese, come dimostra il cantante polacco che riesce a ricordare il nostro Andrea Bocelli in un brano non brutto ma nemmeno indimenticabile, pur con un ottimo arrangiamento.
MONTENEGRO: Vladana – Breathe
Ballatona struggente dedicata alla madre scomparsa a causa del Covid. Il messaggio è tristemente condivisibile da tanti… come la memoria del brano nelle orecchie del pubblico, almeno al primo ascolto.
BELGIO: Jérémie Makiese – Miss You
Questa canzone, forse per gli accordi di piano e per lo sviluppo melodico, potrebbe essere un main theme per un film di James Bond, voce molto bella che ricorda anche Justin Timberlake.
SVEZIA: Cornelia Jakobs – Hold Me Closer
Dream pop confezionato alla perfezione, come un bel pacchetto infiocchettato pronto per la finale e, chissà, forse anche per la vittoria.
REPUBBLICA CECA: We Are Domi – Lights Off
Dal conservatorio di Londra, dove si sono conosciuti i musicisti, alle piste da discoteca: il gruppo ceco propone un brano EDM non male, soprattutto grazie al timbro della vocalist.
Eurovision Song Contest 2022, gli altri dieci finalisti
- Belgio: Jérémie Makiese – Miss You
- Repubblica Ceca: We Are Domi – Lights Off
- Azerbaijan: Nadir Rustamli – Fade To Black
- Polonia: Ochman – River
- Finlandia: The Rasmus – Jezebel
- Estonia: Stefan – Hope
- Australia: Sheldon Riley – Not The Same
- Svezia: Cornelia Jakobs – Hold Me Closer
- Romania: WRS – Llámame
- Serbia: Konstrakta – In Corpore Sano
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