martedì, Maggio 30, 2023

La grande alleanza tecnologica tra Europa e Stati Uniti

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Se sul 5G Stati Uniti ed Europa si sono ritrovati spiazzati quando, ispezionando le reti, si sono ritrovati tecnologia made in China ovunque, con la prossima generazione di comunicazioni mobili, il 6G, non vogliono avere la stessa sorpresa. Unire le forze, quindi, e disegnare un progetto comune, con cui risolvere a monte le criticità che, nel caso del 5G, hanno indotto Washington e Bruxelles a mettere alla porta i fornitori del Dragone o, in alternativa, a ingoiare il boccone amaro di non poter fare a meno della loro tecnologia, salvo sviluppare complessi sistemi di controlli e ispezioni ex post.

Se fino all’anno scorso un rafforzamento dei rapporti commerciali tra le due sponde dell’Atlantico era considerato auspicabile, dopo l’invasione russa in Ucraina l’esigenza si è fatta più urgente. Il rischio che la globalizzazione si raffreddi e che le catene mondiali di fornitura e produzione si spezzino hanno messo Stati Uniti e, soprattutto, Unione europea di fronte al pericolo si ritrovarsi a corto di materie prime, prodotti e tecnologia: terre rare per alimentare l’industria digitale, pannelli solari o turbine eoliche per la transizione energetica, gli onnipresenti semiconduttori.

La grande alleanza tech:

Bruxelles e Washington lanciano un accordo quadro per il trasferimento dei dati tra le due sponde dell’Atlantico, bloccato nel 2020 da una sentenza. Ma ci sono alcuni aspetti pratici e legali da considerare

L’incontro di Parigi

Per questo il 15 e 16 marzo, nel polo scientifico di Paris-Saclay, 20 chilometri a sud della capitale francese, Bruxelles e Washington tracceranno il programma d’azione del loro consiglio su commercio e tecnologia (Ttc, Trade and technology council), una piattaforma comune per stabilire linee di intervento in ambito industriale e di ricerca. È il secondo incontro, dopo il lancio dell’iniziativa a Pittsburgh a fine settembre 2021. Allora la preoccupazione era l’andamento della pandemia da coronavirus, con gli impatti su economia e commercio. Oggi gli sguardi sono tutti all’Ucraina e all’invasione scatenata dal presidente russo Vladimir Putin, che ha rimescolato le carte della geopolitica mondiale. 

Dal tavolo i vicepresidenti della Commissione europea da un lato, Margrethe Vestager e Valdis Dombrovskis (spalleggiati, a quanto apprende Wired, dal commissario al Mercato interno Thierry Breton), e, in rappresentanza di Washington, il segretario di Stato Anthony Blinken e la segretaria al Commercio Gina Raimondo, vogliono alzarsi con un linea molto semplice: Unione europea e Stati Uniti devono collaborare di più sul fronte economico e tecnologico, scambiarsi informazioni privilegiate, scegliere linee di condotta comuni e semplificare la vita alle aziende che operano nel loro spazio economico.

La Città proibita in Cina

A una conferenza della Nazioni Unite si torna a parlare del New Ip, il piano per mandare in pensione il modello Tcp/Ip. Pechino rafforza il suo attivismo nei forum internazionali per promuovere i suoi standard di rete

Gli impegni del Ttc

Tra le materie al centro dell’incontro, a quanto apprende Wired da alti funzionari della Commissione, c’è l’idea di creare un sistema condiviso per sviluppare metriche e metodi di valutazione di un’intelligenza artificiale, della sua affidabilità e dei potenziali rischi. Bruxelles e Washington vogliono dotarsi di forme di allerta precoce sull’andamento della produzione di microchip e sui potenziali colli di bottiglia. Il Ttc dovrà lavorare a standard tecnici comuni in campi che vanno dalla manifattura additiva all’internet delle cose, dal riciclo alla produzione di tecnologie per la transizione verde. Gli appalti pubblici, a quanto apprende Wired, sono considerati uno dei veicoli per testare sul campo questa linea condivisa, creare nuove opportunità per le imprese su entrambe le sponde dell’Atlantico e alimentare l’attività di campioni nazionali.

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