venerdì, Settembre 20, 2024

I colossi tech della Cina si stanno ritirando silenziosamente dalla Russia

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La Cina continuerà ad approfondire la cooperazione con la Russia su tecnologia, energia e spazio. È stato affermato più di una volta in seguito all’invasione operata dall’esercito di Mosca e all’inizio della guerra in Ucraina. Da ultimo, lo ha detto Zhang Hanhui, ambasciatore di Pechino presso la Federazione Russa. Mentre le aziende tecnologiche occidentali si ritirano dalla Russia, l’ambasciatore cinese ha difeso la cooperazione hi-tech tra i Pechino e Mosca, che non dovrebbe essere “influenzata da altri fattori“.

Eppure, il complicato gioco di equilibrismo che il Partito comunista sta cercando di proseguire in merito al conflitto non aiuta le aziende tecnologiche a dare seguito alle parole. Almeno per ora. Da una parte le dichiarazioni di tutela dell’integrità territoriale ucraina, dall’altra il riutilizzo costante della propaganda russa in ottica anti Nato e anti Usa, funzionale alla narrazione di Pechino nell’Asia-Pacifico. Il risultato finale è un’ambiguità che sarà pure strategica a livello diplomatico ma che per le aziende private si tramuta per ora in un rebus di difficile soluzione. 

L’ambasciatore Zhang ha dichiarato che “la cooperazione nel campo della scienza e della tecnologia è libera da interferenze da parte di altri fattori e viene portata avanti in modo indipendente”, aggiungendo che entrambe le parti “continueranno a promuovere la cooperazione in questo campo nello spirito del mutuo beneficio“. Ma nessuno pare per ora intenzionato a restare invischiato in eventuali sanzioni, nonostante Xi Jinping e il suo “cerchio magico” si siano più volte scagliati contro di loro. Quantomeno nel settore del tecnologico.

La silenziosa ritirata delle big tech cinesi

In queste settimane, le big tech cinesi si stanno muovendo ancora una volta autonomamente. Anche dopo la grande campagna di rettificazione lanciata da Xi nell’autunno del 2020, quando ben presto si è capito che il caso di Ant Group e di Jack Ma non era un caso isolato, ma solo l’inizio di un qualcosa di più grande. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, alcune società cinesi hi-tech si stanno lentamente ritirando dal mercato russo per il timore di essere colpite dalle sanzioni. Molti colossi hanno già ridotto il volume delle proprie spedizioni in Russia, altre stanno congelando le loro operazioni in loco. 

Sempre, rigorosamente, senza fare annunci pubblici. È il caso di Lenovo, produttore di personal computer, oppure del gigante degli smartphone Xiaomi. A poco, per adesso, serve il fatto che le aziende tecnologiche cinesi di fatto dominino da tempo il mercato russo. Le mosse delle imprese dimostra che la Russia non può certo sostituire da sola il peso di altri mercati considerati evidentemente più strategici. Anche perché, come nel caso di Xiaomi, le aziende coinvolte in questa silente e parziale (ma continua) ritirata sono spesso e volentieri in forte ascesa globale.

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