Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
Marco Bellocchio ritorna a Cannes dopo Il traditore con Pierfrancesco Favino e colpisce ancora nel segno. Questa volta ha presentato la sua prima serie tv, Esterno notte (la prima parte è in sala, la seconda arriverà il 9 giugno), che riprende un tema molto caro al regista, il sequestro Moro.
In questo caso, a differenza del film Buongiorno notte, Bellocchio ci porta fuori dal covo in cui il presidente della DC (Fabrizio Gifuni) è rimasto per 55 giorni e si incolla a lui pochi giorni prima del rapimento di via Fani del 16 marzo 1978, a sua moglie Eleonora (Margherita Buy), al Ministro degli Interni Francesco Cossiga (Fausto Russo Alesi), a Papa Paolo VI (Toni Servillo), caro amico di Moro, e alla brigatista Adriana Faranda (Daniela Marra).
Il regista ci conduce ai piani alti della politica, nell’arena della strategia della fermezza che ha portato al fallimento di salvare Moro, o forse faceva più comodo averlo morto visto che l’uomo della DC era riuscito a creare, proprio il 16 marzo, un governo di unità nazionale insieme al PCI (non era mai accaduto)? Quello che guidava Moro era semplicemente buonsenso e coraggio di cambiare, è convinta la moglie. «Quella che raccontiamo è la vicenda di un uomo che ha anticipato i tempi di 15-20 anni e che si è spinto troppo oltre il perimetro della storia», afferma Gifuni. «Abbiamo davanti un vero riformista che ha pagato con la vita», aggiunge il regista.