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Nato in Cina cinque anni fa, lo shopping in live streaming è una delle più grandi opportunità di mercato per il settore ecommerce degli ultimi anni. Secondo le principali analisi ha già potenzialmente numeri miliardari: la fine dell’anno potrebbe realizzare più di 500 miliardi di dollari in vendite. In testa la Cina, che secondo eMarketer è il paese con la maggiore predisposizione, e varrebbe da sola 480 miliardi. Gli Stati Uniti, secondo Foresight Research invece, varrebbero 11 miliardi di acquisti fatti guardando gli streaming live ospitati sui siti e sulle app dei grandi marchi, mentre il resto del mondo, Italia compresa, per adesso segue a velocità moderata.
Il fattore chiave per la crescita rapidissima del mercato nel 2022 non è solo legato agli influencer, che anzi stanno giocando un ruolo relativo, ma dipenderà dall’entrata in campo di Amazon, Google, Facebook e TikTok. L’ecommerce trapiantato sulle piattaforme social si nutre di meccanismi proprio delle dirette e permette di generare fondamentalmente due cose: consapevolezza attorno a un marchio e un certo numero di vendite online.
Pane per startup
La pratica del live streaming richiede non solo una cultura digitale per le aziende che vogliono fare branding e promuovere la propria attività commerciale direttamente sui social, ma anche una infrastruttura software capace di realizzare l’evento e la vendita. Golive, divisione di Radicalbit, startup innovativa italiana, è una delle aziende che forniscono il “motore” a queste iniziative, nella forma di un servizio software via cloud.
“Le grandi piattaforme come Instagram e Facebook – dice Alessio Maida, responsabile Golive – si stanno muovendo ma non danno la possibilità di acquistare direttamente sul sito del marchio: ci si ferma sul loro marketplace. Le soluzioni come Golive invece sono completamente indipendenti: è l’azienda che gestisce tutta la brand experience in modo totalmente autonomo”.
McKinsey ha previsto che nel 2026 una forchetta oscillante fra il 10 e il 20% di tutte le transazioni ecommerce avverranno con eventi live di acquisto. In Europa nel 2026 l’ecommerce, secondo la società di consulenza, varrà 750 miliardi di vendite digitali. Parliamo quindi di un mercato potenziale, nelle previsioni più caute, di almeno 75 miliardi di euro.
Un nuovo universo
Questo dovrebbe accadere perché il live social shopping sta prendendo piede nei settori del commercio più differenti. Se YouTube è anche un gigantesco manuale per le istruzioni e uno strumento per vedere i prodotti (e il loro funzionamento) prima di comprarli, i social tradizionali (Facebook, Twitter, TikTok) sono più delle passerelle per mostrare i prodotti. Il punto di arrivo per l’acquisto può essere in punti diversi, dalla pagina Amazon al canale YouTube, ma anche sul sito dell’azienda. I settori toccati dal live social shopping sono i verticali di mercato: dai soliti noti come fashion, beauty, fitness, arredo agli insospettabili come orologi di lusso e attrezzi sportivi o giochi “fisici”.
Però la semplice vendita è l’inizio della storia. Quello che fa la differenza è la gestione del dato e la sua analisi automatica in tempo reale con l’intelligenza artificiale. È la nuova frontiera del live social shopping, che Golive ritiene di essere tra le pochissime startup capaci di superarla.