Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
Netflix ha licenziato circa centocinquanta dipendenti, la maggior parte dei quali negli Stati Uniti. Secondo la compagnia la decisione di interrompere i rapporti di lavoro non sarebbe legata alle performance dei singoli ma al rallentamento della crescita e alla conseguente necessità di riduzione dei costi.
I guadagni di Netflix si erano ridotti notevolmente nel primo trimestre del 2022, dopo un crollo delle azioni del venticinque per cento. L’esigenza di tagliare i costi era già stata prospettata. “È triste dover dire addio a tanti fantastici colleghi” si legge in un comunicato inviato per email da un rappresentante della compagnia, riportato da Variety. “Stiamo lavorando per supportarli in questo momento di transizione”. Anche diversi liberi professionisti che collaboravano con la piattaforma di streaming, nei comparti editoriali o di social media, hanno visto i propri contratti interrotti. Inoltre, sono state eliminate circa settanta posizioni part-time.
Nel primo trimestre del 2022, Netflix aveva riportato la perdita di circa duecentomila abbonati, il primo calo nell’arco di un decennio. Le cause identificate dalla stessa compagnia per le perdite comprendevano la condivisione di password e di account, la crescita della concorrenza e gli effetti della guerra. In una lettera agli investitori del 19 aprile si legge: “I titoli di Netflix sono molto popolari a livello globale. Tuttavia la nostra popolarità all’interno delle famiglie – che spesso condividono gli account – combinata con la concorrenza sta creando ostacoli alla crescita dei ricavi”. Il mese scorso Netflix ha iniziato a valutare diverse strategie per limitare la condivisione di password, e quindi il numero di persone che usufruiscono del servizio gratuitamente. Una di queste sarebbe la possibilità di aggiungere membri a un piano di abbonamento, per un costo extra: in questo modo il modello sarebbe simile a quello dei piani familiari di Spotify. Un’altra opzione potrebbe essere l’introduzione della pubblicità. Resta tuttavia il dubbio che l’aumento dei prezzi potrebbe non risolvere il problema del calo degli abbonamenti.
Secondo le previsioni, nel secondo trimestre la piattaforma di streaming potrebbe perdere altri due milioni di abbonati. Il 20 aprile Netflix aveva perso cinquantaquattro miliardi di dollari di valutazione sul mercato. Lo scorso mese c’erano stati circa venticinque licenziamenti nel reparto marketing, che era stato riorganizzato in maniera piuttosto radicale. Un’altra notizia di ieri, è che diversi progetti di animazione, tra cui la Wings of Fire della produttrice esecutiva Ava Duvernay e Antiracist Baby, una serie per bambini in età pre-scolare. Secondo le fonti riportate da Variety la decisione di non proseguire con questi progetti sarebbe stata di tipo creativo e non legata ai costi. Anche se la vicinanza temporale delle due decisioni non può che sollevare alcune domande.