giovedì, Settembre 19, 2024

Le vele scarlatte di Piero Marcello, sulle “orme” di Martin Eden

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Juliette – che nella seconda metà del film diventa il personaggio principale del film –, crescendo è diventata una giovane donna solitaria, sognatrice ma anche molto determinata a rimanere al fianco del padre e a non conformarsi alle regole della comunità. Per questa ragione, la gente del luogo la considera una sorta di pazza. Le vele scarlatte del titolo sono quelle che, secondo la profezia di una maga, un giorno appariranno e la porteranno via dal villaggio. In realtà, a scendere dal cielo, inaspettato, sarà un giovane aviatore…

Pietro Marcello dice di aver cercato di cogliere il senso profondo, la “verità” della storia di Grin, prendendosi la libertà di cambiare trama e personaggi. «Un po’ quello che avevo già fatto con il mio film Martin Eden tratto da Jack London». E come in Martin Eden, il regista è ricorso ai filmati di repertorio per illustrare alcuni passaggi e ambientazioni dell’epoca. «Anche se in quantità minore, perché in Francia non avevo i miei collaboratori per le ricerche e anche perché mi sarebbe mancato il tempo, visto che il film è stato costruito in un anno e mezzo, quasi come un istant-movie».

Grande sforzo ha richiesto mettere insieme il cast, in particolare trovare i due protagonisti. Per la sua Juliette, Marcello ha fatto «casting selvaggio», provinando migliaia di ragazze (ventenni che sapessero suonare e cantare perché nella seconda parte del film ci sono, a sorpresa, alcune parti cantate) fino a quando ha visto il selftape di Juliette Jouan. «Non aveva mai lavorato come attrice e il video era terribile, ma questa ragazza al piano dall’aria annoiata mi ha colpito». 
(nb. Dopo il passaggio al festival, in molti, come lui, prevedono per la Jouan una brillante carriera).

A quel punto, bisognava trovare Raphaël. Marcello voleva una figura solida emotivamente ed esteriormente e parecchi attori che sembrava potessero funzionare, al momento dell’audizione con Juliette, non reggevano in coppia. Finché è arrivato Raphaël Thiéry, corpo possente e un viso d’altri tempi. (A proposito, non è un caso che attori e personaggi si chiamino allo stesso modo. Marcello spiega di averli scelti sulla base del loro carattere e di aver adattato la sceneggiatura su di loro e sulle situazioni che incontravano durante le riprese).

Juliette Jouan e Louis Garrel in Le vele scarlatte

Juliette Jouan e Louis Garrel in Le vele scarlatte

Nel ruolo dell’aviatore Jean, invece, Marcello ha voluto Louis Garrel (al festival di Cannes 2022 con ben tre film: oltre a Le vele scarlatte, anche Les Amandiers, in competizione, diretto dalla sua ex compagna Valeria Bruni Tedeschi e L’Innocent, fuori concorso, del quale è interprete e regista).

Il suo è un personaggio che, nel film, è molto diverso rispetto a quello del giovane avventuriero del libro. «Jean», dice Marcello, «nel romanzo era una specie di principe azzurro. Qui, invece, è un uomo fragile, instabile, moderno. Juliette non si lascia salvare da lui come una damigella in pericolo».

Girato quasi come un documentario – non dal punto di vista stilistico, semmai per la libertà che il regista si è concesso e ha concesso agli attori rispetto alla sceneggiatura – Le vele scarlatte è un film se non femminista, femminile. Per il personaggio di Juliette ma anche per il rapporto materno fra lei e il padre e per l’ambientazione della storia all’interno della “comune matriarcale” creata da Adeline. Un altro aspetto non programmato che, dice il regista, «ha sorpreso persino me».  

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