sabato, Settembre 14, 2024

Gli Stati Uniti sono pronti a difendere militarmente Taiwan in caso di attacco della Cina

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Gli Stati Uniti sono pronti a intevenire militarmente per difendere Taiwan, se la Cina dovesse tentare un’aggressione. Lo ha dichiarato il presidente statunitense Joe Biden durante la sua prima visita ufficiale a Tokyo, interrompendo la tradizionale ambiguità strategica di Washington sulla possibilità di proteggere l’isola in caso di attacco cinese.

Taiwan è uno stato insulare de facto indipendente, cioè non riconosciuto dalla comunità internazionale, che comprende l’isola di Formosa e alcuni arcipelaghi. Il suo nome ufficiale sarebbe Repubblica di Cina, ma non viene mai utilizzato perché, appunto, la sua indipendenza non è stata riconosciuta dai membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite – Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia e Cina, né da numerosi altri paesi. È invece conosciuta anche come Taipei Cinese, perché la Cina la considera una sua provincia separatista e mira a riportarla sotto il suo controllo.

A causa di questa situazione, le relazioni tra Taiwan e gli altri paesi non possono essere regolate da trattati internazionali, ma solo da leggi interne agli stati. Per questo, nel 1979, gli Stati Uniti hanno adottato il Taiwan relations act del 1979, una legge del Congresso con cui sono stati ufficializzati i rapporti diplomatici tra i due paesi. Anche se il testo è di natura prevalentemente difensiva, non afferma esplicitamente che gli Stati Uniti abbiano l’obbligo di entrare in guerra per difendere Taiwan dalla Cina, ma che metteranno a disposizione “servizi di difesa in quantità tali da consentire a Taiwan di mantenere una sufficiente capacità di autodifesa”.

Questa formulazione vaga racchiude il fulcro della cosiddetta ambiguità strategica, ciò la linea politica adottata dagli Stati Uniti sulle relazioni tra Cina e Taiwan, dal 1980 a oggi. Infatti, non essendo esplicitati nella legge, la natura e la quantità dei servizi di difesa che Washington può fornire a Taipei rimangono appannaggio della decisione del Congresso e del presidente statunitense. In questo modo, Capitol Hill e Casa Bianca sono di fatto autorizzate a intervenire come più gradiscono al fianco dell’isola.

Lo scopo della politica di ambiguità strategica è sia dissuadere Taiwan a dichiarare autonomamente l’indipendenza, sia evitare che la Cina ne dichiari unilateralmente l’annessione, creando incidenti diplomatici e molto probabilmente una guerra. Tuttavia, probabilmente alla luce dell’invasione russa dell’Ucraina, Biden ha deciso di cambiare postura nelle relazioni internazionali dell’Indo-pacifico, sottolineando l’intransigenza statunitense riguardo alla salvaguardia della pace sull’isola di Taipei.

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