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La Danimarca invierà in Ucraina i missili antinave Harpoon, prodotti dalla statunitense Boeing. La decisione è stata presa a seguito del via libera del Dipartimento di stato degli Stati Uniti, che deve autorizzare ogni richiesta di armi prodotte nel paese. L’obiettivo è sfondare il blocco navale russo che da 90 giorni chiude il porto di Odessa, impedendo il transito di ogni nave commerciale e mettendo a rischio la sicurezza alimentare di milioni di persone in tutto il mondo.
“Non consentire ora l’apertura dei porti dell’Ucraina significa dichiarare guerra alla sicurezza alimentare globale – ha detto David Beasley, direttore del World food program delle Nazioni unite lo scorso 20 maggio -. Impedire all’Ucraina di esportare il grano prodotto verso gli altri paesi mette a rischio 400 milioni di persone”.
La dichiarazione è arrivata proprio mentre i membri del Gruppo di contatto sull’Ucraina stavano cercando di decidere quali armi antinave inviare a Kyiv e da quale paese mandarli. Le parole di Beasley hanno probabilmente contribuito ad accelerare il processo decisionale, spingendo la Danimarca a fare la prima mossa. Infatti, secondo le testimonianze riportate da Reuters, nessuno dei vari paesi voleva trovarsi come capofila del rifornimento di missili Harpoon, temendo ritorsioni e rappresaglie da parte della Russia.
Gli Harpoon sono armi estremamente efficaci per la guerra navale, capaci di mettere in serio pericolo l’intera flotta russa nel Mar Nero. Sono in grado di volare a una velocità di 850 chilometri orari, con una gittata di circa 300 chilometri e trasportare 221 chilogrammi di esplosivo, contro i 150 dei missili Neptune ucraini. Possono essere lanciati sia da strutture a terra, sia caricati su aeroplani o navi e possono essere guidati tramite radar, effettuando una traiettoria radente fino al bersaglio per non essere individuati.
Secondo Bryan Clark, esperto navale dell’Hudson Insitute intervistato da Reuters, all’Ucraina potrebbero bastare tra i 12 e i 24 Harpoon per minacciare tutte le navi russe nel Mar Nero e convincere Mosca a revocare il blocco. “Se Putin dovesse insistere, Kyiv riuscirebbe ad abbattere le più grandi navi del Cremlino, dato che non hanno un posto dove nascondersi”, ha aggiunto Clark.
Con una gittata di 300 chilometri e la possibilità di volo radente, gli Harpoon potrebbero raggiungere da Odessa il porto di Sebastopoli, in Crimea, dove si trova il grosso della flotta russa del Mar Nero, dato che in linea d’aria le due città costiere distano appunto 300 chilometri. Ancora inferiore è la distanza tra Odessa e l’Isola dei serpenti, fondamentale avamposto occupato dai russi vicino alla costa della Romania, e l’uso degli Harpoon potrebbe rivelarsi fondamentale per riportarlo sotto il controllo Ucraino.