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Se i documentari che al momento sembrano catturare lo Zeitgeist sono le storie di scammer, persone che fingono di essere qualcun altro, allora Mucho Más di Gianluca Vacchi potrebbe essere tra le cose più autentiche che possa capitarvi di vedere sul piccolo schermo. A partire dalla sua stessa faccia tatuata con orgoglio sulla schiena, sicuramente non ha alcuna intenzione di essere qualcun altro il cinquantaquattrenne Gianluca Vacchi, che sul suo nome e sulla sua immagine ha sempre puntato tutto. Specialmente nella sua ultima versione di sé, quella in cui oltre a essere un imprenditore è anche un influencer che conta 50 milioni di follower tra Instagram e TikTok.
Inizia da qui il documentario, con una carrellata di video che sembra di stare scrollando il suo profilo social: in ognuno sta facendo qualcosa di diverso, prima mette su della musica in un locale circondato da ragazze splendide, poi fa un balletto in slip a bordo di uno yacht. Si trova in una sala conferenze in giacca e cravatta, infine stringe la moglie, bellissima, in un tenero abbraccio.
Di costante c’è che tutto attorno a lui sembra sempre perfetto, esagerato, posizionato apposta per fare in modo che Vacchi, al centro, risulti sempre invidiabile. Perché naturalmente è questo che suscita, lo ammette lui stesso all’inizio del documentario: dopotutto è un uomo bianco, ricco, con un fisico da far invidia anche a chi ha la metà dei suoi anni, e una moglie che fa la modella. Per fortuna allora che l’invidia è il sentimento che anima Instagram, dove si è fatto conoscere tramite i video che carica con una certa regolarità e che riprendono la sua vita spettacolare come sottofondo dei suoi balletti divertenti.
Sotto ai video i suoi milioni di follower commentano di sognare una vita come la sua, quanto è fortunato a potersi permettere tutto quel lusso, scrivono con ammirazione, e lui risponde sempre con “enjoy”, che con la forza della reiterazione è diventato il suo motto e cioè un invito epicureo per tutti a divertirsi.
Arriva un momento in cui questa risposta non è più sufficiente, i follower vogliono di più, e come insegnano anche Chiara Ferragni e Ye/Kanye West, per spiegare il proprio privilegio e punto d’arrivo occorre girare un documentario che riprenda cosa succede nella propria vita una volta spento il cellulare.
Intitolato Mucho Más (molto altro) perché vorrebbe scalfire quell’immagine approssimativa e perfetta di Vacchi che aleggia sui social, il documentario è il ritratto di un uomo che è riuscito a inventarsi tantissime versioni di sé, tutte di successo, pur rimanendo sempre fedele a sé stesso. Si potrebbero contare con le dita di due mani, i personaggi che ha interpretato nel corso della sua vita, a partire dal giovane sciatore bolognese promettente e dal corpo scultoreo (nel documentario rivela i suoi segreti: c’entrano una camera iperbarica, la crioterapia e poche ore di sonno). Un sogno che ha abbandonato presto per occuparsi dell’azienda di famiglia, l’Ima, che produce materiali per imballaggi a livello mondiale e da cui proviene il suo capitale iniziale. Iniziale, perché ci tiene a precisare di aver aumentato la redditività rispetto a quando era di proprietà del padre, nei confronti del quale è stato anche un figlio devoto, anche dopo la sua morte prematura. Quando nel 2003 si è visto confiscare milioni di beni e immobili per colpa di una supposta bancarotta fraudolenta, si è iscritto a Instagram, dove si è reinventato come dandy del 21esimo secolo che ogni giorno, per 20 secondi, balla in modo buffo, anticipando di qualche anno la moda di TikTok. Ogni tanto fa il dj, vive metà dell’anno a Bologna e l’altra a Miami, ha aperto molte attività che continuano ad andare bene, l’ultima è una catena di panini kebab.
Nella sua ultima vita è diventato padre di una bambina e Instagram sembra aggiornarlo un po’ di meno, ma come mostra in Mucho Más, Vacchi è rimasto quello di sempre: in uno spezzone sta sollevando la bambina per fare i suoi adorati addominali.
Dove vedere Mucho Más in streaming (anche gratis)
Il documentario di e su Gianluca Vacchi è su Prime Video, dal 25 maggio 2022. Chi è abbonato, lo troverà tra le novità del catalogo, mentre chi non è abbonato, può vederlo approfittando dei 30 giorni di prova gratuita che il servizio mette a disposizione dei nuovi utenti (per attivare il mese di prova è sufficiente iscriversi in pochi semplici passaggi cliccando qui e trascorsi i 30 giorni sarà poi possibile decidere se continuare a vedere il catalogo e le sue novità con la formula da 3,99 euro al mese o 36 euro all'anno, oppure disdire la sottoscrizione, sempre gratuitamente).