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Bus e tram si fermeranno alle 22 e riprenderanno il servizio alle 3 di giovedì mattina. Le linee della metropolitana lavoreranno come sempre, e i lavori serali sulla B – iniziati ad aprile – saranno interrotti per consentire quantomeno di prolungare il servizio fino alle 23.30. Certo non ci sarà alcun potenziamento ma, appunto, la metro lavorerà come in un qualsiasi giorno feriale. Questo è il poverissimo piano per i trasporti a Roma in occasione della finale di Conference League che vedrà impegnati i giallorossi contro gli olandesi del Feyenoord a Tirana. Cioè a quasi 700 chilometri dalla capitale.
Eppure, in questo caso specifico, è inutile indignarsi. È vero: in qualsiasi capitale internazionale i mezzi pubblici sarebbero stati potenziati e i cittadini invitati a lasciare a casa il proprio mezzo. Ma a Roma, semplicemente, non si può fare. Non è Copenaghen per i servizi né Tirana per le dimensioni. È al contrario una città fragilissima: dal punto di vista dei trasporti locali e della gestione dei rifiuti è sostanzialmente ferma a standard di servizio indecorosi per una capitale europea. Nella sostanza è un centro urbano fallito e dove non conviene vivere perché i cittadini pagano tasse salatissime per un ciclo dei rifiuti che non riesce a chiudersi e una rete di trasporti pubblici largamente insufficiente. Solo nell’ultima fase dell’amministrazione Raggi è arrivata una rinfrescata alla flotta degli autobus. Il resto era fermo da trent’anni e la giunta Gualtieri ha avviato un piano di manutenzione straordinaria lacrime e sangue.
Questo è il punto di partenza, anzi il dato di fatto: non la Roma dei nostri sogni, non la Roma dei commenti sprezzanti su Twitter, non la Roma del “però all’estero avrebbero fatto così”. Ma la Roma fallita, sgangherata, gigantesca e claudicante, ricattata dalla sua assurda viabilità, con una sporcizia ormai archeologica. Una città che se l’AS Roma dovesse vincere il trofeo in Albania sarà invasa da centinaia di migliaia di persone, perfino dalla provincia, in arrivo con ogni mezzo possibile. Davvero qualche decina di autobus avrebbe cambiato il quadro della situazione o forse non sarebbero finiti nella migliore delle ipotesi imbottigliati nel traffico babelico che si scatenerà?
Chi gestisce la sicurezza di una città deve prendere atto di ciò che lo circonda. A Questura e Prefettura non spetta la soddisfazione dei cittadini ma la loro incolumità (basti pensare a cosa è accaduto per la finale di Champions a Torino nel 2017) nonché quella della città stessa. Al primo fronte dovrebbe pensare la politica ma una città non la ricostruisci nel giro di una Conference League.