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Già stanchi del revenge-tourism, sopraffatti dal fenomeno del turismo di masa di ritorno che, seppure ancora a macchia di leopardo, ha ricominiciato a investire città d’arte e località balneari, italiane e no? Gli americani, probabilmente sì. Tanto che il Wall Street Journal, sul suo sito web, ha elencato una lista di nove località europee, ecumenicamente distribuite a tre per tre tra Italia, Francia e Spagna, che i viaggiatori (non necessariamente statunitensi) potrebbero scegliere per non andarsi ad accodare nelle solite Roma o Venezia, Parigi o il Mont-Saint-Michel, Barcellona o Formentera.
A metà tra classifica e semplice elenco, l’articolo cita le nove destinazioni cominciando – particolare che non dispiace – dal Belpaese, poi seguono nell’ordine Francia e Spagna. All’interno di ogni lista “nazionale”, le rispettive località vengono poi numerate da uno a tre. In tutto questo, troviamo, nella parte alta dell’articolo, nell’ordine, Ferrara, il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, e Marettimo, la più occidentale tra le Isole Egadi, al largo della costa trapanese. Per il Paese dei Lumi, sono citate la costa della Bretagna (in particolare Île de Sein, isolotto di fronte al Finistere, e Saint-Malo), il Canal-du-Midi e Lille. Per la nazione iberica, compaiono Cuenca, la Galizia e Gerona.
L’attacco dell’articolo, appunto è una dedica a tutti coloro che hanno perso l’occasione di visitare Venezia, Parigi o Barcellona senza calca. Per tutti loro, e in particolare per gli americani, che con il dollaro forte come non si vedeva da anni sull’euro, si potranno permettere vacanze quasi low cost in Europa, le proposte di mete ad alto tasso di attrattiva, che pur collocate nei tre stati europei più frequentati dal turismo, promettono – o sembrano promettere un’estate relativamente quieta.
Per quanto riguarda la città Estense, il sito del WSJ racconta che “…tre secoli di dominio dell’illuminata famiglia d’Este hanno lasciato a questa città, nascosta nella pianura tra Venezia e Bologna, un’intrigante eredità rinascimentale” e che “passeggiare per Ferrara è tornare indietro nel tempo. Un buon punto di partenza è piazza Trento e Trieste, cuore della città e sede del Duomo di Ferrara”. La firma Eric Sylvers poi propone un itinerario con Castello Estense, Palazzo dei Diamanti e Via delle Volte, “un vicolo tortuoso di ciottoli che passa sotto le volte che collegano gli edifici su ciascun lato”. L’articolo poi invita gli americani a non partire senza aver provato i “cappellacci di zucca”, classica variante locale di tortelloni-ravioli, e senza una visita a Comacchio, “villaggio molto più piccolo ma non meno pittoresco di Venezia”.
Passando all’Abruzzo, il Parco Nazionale del Gran Sasso, Sylvers ricorda che chiunque associ mentalmente o scriva nella stessa frase i termini “Italia” e “montagne” pensa alle Dolomiti o alle cime più maestose delle Alpi. Un peccato trascurare l’Appennino, che divide l’Italia in due da Nord a Sud per “oltre 700 miglia”. Il parco che si ricorda è “appena a Est di Roma” è la meta ideale per scoprire il meglio di questa catena montuosa. (Aggiunta di chi scrive questo articolo: un luogo che stupisce per bellezza e temperature fresche anche in piena estate proprio chi arriva da Nord della penisola ed è vittima del pregiudizio secondo cui le montagne italiane siano soltanto quelle citate sopra, e mai sovraffollato, nemmeno a Ferragosto). L’articolo del Wsj si sofferma poi sulla possibilità di praticare canoa fluviale sul fiume Tirino, “uno dei più puliti d’Italia”.
Marettimo, la più “esterna” delle Egadi infine, misura solo 3 km per 4, si trova “a un’ora di aliscafo da Trapani” (con Favignana a circa metà strada). Agli stessi amanti del mare, non sembra offrire una vasta rosa di attrattive o attività, e quasi tutte fruibili o praticabili esclusivamente in costume da bagno. Ma proprio questo è il suo lato migliore. Le spiagge sono poche, ma – recita l’articolo – se pagate i locali vi trasportano in un batter d’occhio in una delle tante baie appartate perché accessibili solo in barca. Lì sarà un piacere dedicarsi ad attività subacquee o snorkering, o ancora esplorare le grotte marine in barca. In alternativa, non mancano le opzioni di trekking vista mare.
Per quanto riguarda le mete francesi, Sylvers ammette che le isole della costa bretone siano di per sé un segreto di Pulcinella, soprattutto in estate. Però sono tante e sparpagliate quanto basta ad arginare l’effetto overtourism. Île de Sein, a meno di 10 chilometri dalla costa, posta davanti all’estremo nord-ovest della Francia, fa assaporare il brivido di essere “ai confini dell’Europa”. Seconda citazione per Saint-Malo, per la sua cittadella, punto ideale per osservare il fenomeno delle maree, come nel vicino – e più affollato – Mont-Saint-Michel (in Normandia). Il Canal-du-Midi, nei suoi quasi 250 km tra Tolosa e il Mediterraneo, è il più “pittoresco” tra i tanti corsi d’acqua dove è possibile noleggiare, spostarsi e vivere su imbarcazioni che sono l’inno del viaggiare slow, fermandosi a piacere per esplorare città, borghi e parchi. Lille attira per il suo mix di arte, cultura e gastronomia. Situata vicino al confine tra Francia e Belgio, mostra a cominciare dalle sue facciate colorate un’aura fiamminga che non si vede altrove in Francia, se non nella vicina Arras. Chi sceglie Lille per evitare la calca, non vada nel primo weekend di settembre: troverà il mercato delle pulci più grande d’Europa.
In Spagna, la prima menzione va a Cuenca. Situata a 90 minuti da Madrid, costruita su una rupe che sembra sempre sul punto di crollare, vista da lontano, la città ricorda – scrive il WSJ – molti borghi o località del Centro-Sud italiano. Avvicinandosi, però emergono quei tocchi di cultura e di arte spagnola e moresca. Imperdibile una passeggata sul Puente de San Pablo, costruito sulla rupe. La Galicia è nota per la sua capitale, Santiago de Compostela, per il Cammino e l’annesso turismo dei pellegrini. Meno conosciuta la costiera della regione nord-occidentale spagnola: puntellata di protuberanze rocciose che cadono a picco sul mare, inframmezzate da lunge spiagge ideali per lunghe passeggiate, ha nella Playa de las Catedrales (nome che la dice lunga sulle forme degli spuntoni di pietra che vi si mostrano) il suo must. Gerona, infine, è la tipica meta che soffre lo strapotere di vicini illustri come Barcellona e la Costa Brava. Benché la sua fama sia cresciuta da quando è stata uno sei set della saga Game of Thrones, rimane una luogo relativamente tranquillo. Nel suo cuore medievale cinto da mura, tutto viuzze acciottolate, l’attrattiva numero uno è il quartiere ebraico, con viuzze, archi e edifici restaurati ma comunque più antichi del 1492: l’anno in cui Cristoforo Colombo convinse la regina Isabella a finanziare il suo primo viaggio verso “le Indie” è infatti lo stesso nel quale Torquemada la persuase ad espellere i 150mila ebrei che vivevano in Spagna.