martedì, Giugno 24, 2025

Dov'è finito il primato tecnologico del Giappone?

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Nelle scorse settimane la dieta del Giappone ha approvato la legge sulla sicurezza economica, ponendo così termine a un dibattito durato a lungo nel paese. Il testo approvato dal parlamento si inserisce nel progetto di “nuovo capitalismo” del primo ministro Kishida Fumio, che alla sicurezza economica ha dedicato anche la creazione di un ministero nel proprio gabinetto inaugurato a inizio ottobre. “Prenderò misure per assicurarci il possesso di tecnologie e approvvigionamenti strategici, per impedire che le tecnologie fuoriescano dal paese e per creare una economia che si auto-sostiene”, aveva detto poco dopo la propria nomina.

Il disegno di legge introduce importanti cambiamenti per il panorama industriale e tecnologico del Giappone. Con lo scoppio del conflitto tecnologico tra Cina e Stati Uniti, moltissime aziende giapponesi si sono trovate tra fuoco incrociato dei due paesi. Mentre queste tensioni geopolitiche e la pandemia spingevano diverse aziende a ripensare le proprie catene di approvvigionamento, anche a Tokyo si ragionava sul da farsi.

Una delle più importanti aziende globali di semiconduttori, Tsmc, vuole installare un impianto in Europa. A causa dello stallo delle trattative in Germania, l’Italia prende quota. Ma tra sussidi e calcoli geopolitici, la partita è aperta

Cosa prevede la legge

Il dibattito è stato condotto dal Partito liberaldemocratico, il partito di governo, che ha articolato la propria proposta di legge in quattro punti: rafforzamento delle catene di approvvigionamento, messa in sicurezza delle infrastrutture critiche, collaborazione pubblica-privata nella ricerca e secretazione di alcuni brevetti sensibili. La ratio del provvedimento è senza dubbio quella di proteggere il patrimonio tecnologico-industriale del Giappone dalle possibili interferenze di attori ostili, come Cina e Russia.

La legge, che entrerà gradualmente in vigore nel corso dei prossimi anni, stabilisce che verranno create associazioni tra enti pubblici e privati su tecnologie strategiche (come l’intelligenza artificiale) al fine di sostenere la ricerca, e che i brevetti di alcune tecnologie dual-use sensibili potranno essere secretati. Il cuore del provvedimento però è quello che riguarda approvvigionamenti e infrastrutture. Da un lato, Tokyo si è impegnata a identificare beni e materiali critici per l’economia giapponese e a fornire sostegno finanziario alle aziende per rimodellare i canali di approvvigionamento in modo tale da assicurare forniture stabili. 

Semiconduttori, terre rare e prodotti farmaceutici sono alcune delle categorie che verranno coperte dalla legge. Dall’altro, la nuova legge enumera 14 settori (come elettricità, gas, petrolio, acqua corrente, telecomunicazioni, finanza, ferrovie, spedizioni e aviazione) sui quali il governo potrà estendere il proprio scrutinio per quanto riguarda le componenti e i software da utilizzati nelle proprie infrastrutture: le azienda giapponesi dovranno sottomettere alla autorità pubbliche i propri piani di aggiornamento così da dare al governo la possibilità di verificare che non vengano installati prodotti stranieri considerati vulnerabili ad attacchi cibernetici.

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