martedì, Aprile 23, 2024

Gemitaiz al Wired Next Fest 2022: “La solitudine mi ha permesso di scrivere Eclissi”

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Dire che tra i fan del rap italiano ci fosse attesa per il suo ultimo album è dire poco. L’ultima manifestazione discografica di Gemitaiz, all’anagrafe Davide De Luca, risaliva al 2018 e solo da pochi giorni ha avuto un seguito con Eclissi, progetto venuto finalmente alla luce poche settimane fa. Sul palco del Wired Next Fest 2022 di Firenze il rapper ha ripercorso la genesi della sua ultima opera, raccontando se stesso e la sua volontà di esprimersi attraverso la musica.

Tutto partendo dal mondo del rap di oggi, delle storie che racconta rispetto al passato. “La denuncia sociale una volta era il pilastro fondamentale – ha ricordato Gemitaiz -. Adesso il rap è diventato un po’ più incentrato sull’artista, introspettivo. Qualcuno racconta delle cose più intime e personali, altri invece continuano a incarnare lo stereotipo, con un gap generazionale che spesso divide queste due tipologie di produzione. Io credo semplicemente che musica debba raccontare qualcosa di forte, sia che parli di te stesso o della società”.

Gemitaiz del resto ha vissuto entrambe le epoche: “Quando ho iniziato con il rap non c’era nè il pubblico né la scena, ma un mercato underground. Poi piano piano è diventato tutto sempre più grande fino a diventare la musica più ascoltata del mondo. Non sapevo che sarebbe successo, ma sapevo per certo che sarebbe stata la musica che avrei voluto fare io, e so che anche se non fosse successo sarebbe stato così comunque; è speciale nel suo essere grezza e ruvida”.

Il suo ultimo album invece è arrivato dopo una pausa scandita anche da una pandemia di due anni che ha cambiato il mondo e ha rischiato di allontanare gli artisti dai loro fan. “Non ho avuto il pensiero che il pubblico si fosse dimenticato di me, ma effettivamente ho avuto dei dubbi su come sarebbe stato accolto il mio ultimo lavoro dopo tanto tempo. Del resto sono sempre stato paranoico nei confronti della mia musica. Credo sia importante però, mettersi in discussione sempre e non essere mai sicuro di come verrà accolto un progetto. Può essere uno stimolo a fare di meglio ogni volta”.

Eclissi non è solo arrivato dopo la pandemia di Covid, ma è stato scritto principalmente nel suo periodo più buio, quello del lockdown. “Il fascino della solitudine è quello che mi ha permesso di scrivere questo disco, che ho scritto tutto in pandemia. Questo mi ha spinto a fare della ricerca, sia musicale che su me stesso; di base l’oscurità è sempre interessante perché non sai mai cosa c’è dentro, ed erano anche anni che volevo iniziare a sperimentare e a produrre. Sono sempre stato lì a fare il direttore d’orchestra ma non mi sono mai messo a suonare, e anche adesso ci metto il quadruplo del tempo rispetto agli altri. La curiosità di imparare un aspetto nuovo del tuo lavoro però ti porta ad averne un approccio diverso rispetto a chi se ne occupa da anni“.

Il tour di Eclissi non sarà però dedicato solo all’ultimo album: “Durante i live suonerò anche l’ultimo mixtape. Sarà un live di quasi due ore, ci sarà dentro quasi di tutto, dalla roba nuova a quella più nostalgica, e riuscendo a fare un buon mix si passerà dalle canzoni in cui ti strappi vestiti a quelle in cui abbracci il tuo amico. Sarà un concerto energico ma che avrà dei momenti più intimi e soft, che avranno un impatto emozionale forte quanto gli altri”.

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