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Ma è davvero così? Si potrebbe in realtà pensare che Musk sia ossessionato da problemi che vede soltanto lui o che affronta dalla prospettiva sbagliata. Twitter non è diventato uno strumento censorio che limita la libertà d’espressione altrui, ma un social network che dopo lunghissimi anni ha finalmente compreso che permettere a chiunque di dire qualunque cosa stava trasformando la piattaforma in un inferno invivibile.
Allo stesso tempo, le intelligenze artificiali non diventeranno mai quella sorta di Skynet in grado di schiavizzare l’umanità e con le quali dovremmo quindi fonderci – in pieno spirito da singolarità tecnologica, di cui Musk è un grande fan – per evitare di diventare obsoleti in un futuro più o meno prossimo. Perfino l’idea di andare su Marte con SpaceX per salvarci in caso di tragedia è una soluzione altamente improbabile: cosa deve succedere alla Terra perché diventi attraente un posto privo di ossigeno, con una temperatura media di -40° e costantemente bombardato da radiazioni mortali?
Il successo di Tesla
Quando non sono i problemi a essere inesistenti, rischiano di esserlo le soluzioni. E questo vale in parte anche per la più concreta e realistica delle imprese di Elon Musk: la creazione di Tesla, riuscita nella straordinaria impresa di rendere attraenti e cool le auto elettriche. Lo hanno scritto perfino sulla rivista statunitense di estrema sinistra Jacobin: “Bisogna sicuramente riconoscergli il merito di aver elevato il profilo dei veicoli elettrici e aver aiutato l’industria ad andare in quella direzione. Ma per quanto riguarda i trasporti, i meriti finiscono qui”.
Prima di tutto, le auto elettriche non necessariamente combattono la crisi climatica: se si produce elettricità tramite i combustibili fossili, non si sta certo andando nella giusta direzione. Come sintetizzato in uno studio pubblicato sulla rivista accademica Environmental Science and Technology, il modo in cui produciamo energia conta di più di come la consumiamo.
L’aspetto più negativo della visione di Musk del futuro dei trasporti è però un altro. Il suo obiettivo finale sembra infatti essere di fare piazza pulita del sistema di trasporto più efficiente ed ecologico che ci sia: quello pubblico. Secondo Musk, la metropolitana sarebbe un posto “in cui si è costretti a stare tra un mucchio di estranei, uno dei quali potrebbe essere un serial killer”. La soluzione, ovviamente, è quella di dotare ogni abitante di un auto elettrica, consentendogli di evitare il traffico grazie ai tunnel costruiti dalla sua Boring Company, che alla fine – nella versione più tecnologicamente avanzata (in cui non è un semplice tunnel) – non sarebbero altro che metropolitane pensate per le macchine invece che per gli esseri umani. Non il massimo della sostenibilità ecologica.
Questione di privilegi
C’è un altro aspetto da prendere in considerazione: chi sarebbe più penalizzato da un futuro in cui i trasporti pubblici scompaiono? Chi ha meno possibilità di poter spendere 500mila dollari per scappare su Marte? Chi non sarà in grado di sottoporsi alle costosissime modifiche necessarie a innestare i dispositivi di Neuralink che ci permetteranno di fonderci con l’intelligenza artificiale? In poche parole, il futuro di Elon Musk è uno in cui ad avvantaggiarsi dei progressi sarà soltanto chi se lo può permettere.
Sempre che qualcuno voglia veramente spendere ingenti quantità di denaro per prendere parte a questo futuro. Se uniamo tutti i puntini, nel mondo sognato da Elon Musk l’essere umano è un cyborg che si muove solitario su automobili che viaggiano sempre sottoterra e che viene sparato da una città all’altra all’interno di invivibili tubi bianchi in attesa di andare a vivere sotto una cupola su Marte. Ma che razza di futuro è?