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Da allora, non si è saputo più nulla della nave e del suo carico, ma nel frattempo Mariupol è caduta in mano russa. È il 20 maggio 2022 quando il Cremlino dichiara la vittoria completa nella conquista della città, come riportato dalla Bbc, e dopo appena dieci giorni una nave carica di acciaio parte alla volta della città russa di Rostov sul Don. Ad annunciarlo su Telegram lo stesso leader filorusso dell’autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, Denis Pusilin, pubblicando un lungo messaggio e un video di 3 minuti della partenza della nave.
La “nazionalizzazione” della Tzarevna
Siamo quindi arrivati al 31 maggio 2022 e Pusilin scrive su Telegram: “Oggi 2.500 tonnellate di acciaio hanno lasciato il porto di Mariupol e la nave si è diretta a Rostov. Nell’Impero russo la costruzione del porto di Mariupol ha contribuito allo sviluppo industriale della nostra regione. Sono certo che anche ora la sua riapertura contribuirà ad accelerare la ripresa e la crescita economica”. Poco dopo, su Repubblica Cosulich dichiara: “È un furto, è come se ti rubassero la macchina che hai parcheggiato in strada”.
Secondo le dichiarazioni dell’imprenditore, le autorità separatiste gli avrebbero comunicato che nave e carico sono stati nazionalizzati dal governo dell’autoproclamata repubblica di Donetsk. “Sostanzialmente e in poche parole ce la rubano in spregio al diritto internazionale – ha aggiunto Cosulich -. Abbiamo contattato il primo ministro maltese che farà una protesta ufficiale a Mosca. Ma ci farebbe piacere che, essendo la proprietà italiana, anche il ministero degli Affari Esteri italiano faccia altrettanto”.
Il valore del carico
Solo il carico di acciaio valeva circa 21 milioni di euro, più il costo della nave cargo, una perdita non indifferente per l’imprenditore e i destinatari di quelle risorse. L’ipotesi del furto, oltre alle dichiarazioni delle autorità separatiste riportate da Cosulich, è sostenuta anche dalle numerose denunce della Metinvest, secondo cui i soldati russi avrebbero messo gli occhi sui prodotti metallurgici rimasti fermi a Mariupol a causa dell’invasione. Un totale di circa 200mila tonnellate di metalli, per un valore di 170 milioni di dollari, destinate a Spagna, Italia, Belgio, Grecia, Portogallo e Turchia, che invece verranno mandate in Russia.